Associazioni diritti umani condannano sponsorizzazione saudita Coppa del Mondo femminile 2023

I gruppi per i hanno criticato la decisione di consentire all’ente turistico dell’Arabia Saudita di sponsorizzare la Coppa del Mondo femminile 2023, in Australia e , definendola un “caso da manuale di lavaggio sportivo”.

Il torneo a 32 squadre, che inizierà il 20 luglio 2023, presenterà anche marchi internazionali americani come sponsor.

La storia della violazione dei diritti delle donne, da parte dell’Arabia Saudita, è ben conosciuta ma la FIFA ha ugualmente approvato l’accordo con la sua nuova “struttura di commerciale”, progettata per aumentare le entrate nel calcio femminile.

Questa decisione ha suscitato critiche da parte dei difensori dei diritti umani, come Football Australia che ha chiesto chiarimenti alla FIFA.

Il direttore delle iniziative globali di Human Rights Watch, Minky Worden, ha descritto la decisione come un “disprezzo scioccante” per la condizione delle donne in Arabia Saudita.

Le modifiche legali in Arabia Saudita hanno posto fine al divieto per le donne di guidare e hanno modificato la legge oppressiva sulla tutela per consentire nel richiedere documenti ufficiali e viaggiare all’estero, in modo indipendente.

Tuttavia, le donne hanno ancora bisogno del permesso del tutore maschio per molti diritti fondamentali, come ottenere l’assistenza sanitaria.

Dall’Arabia Saudita continuano a giungere segnalazioni di arresti di attivisti per i diritti umani e dissidenti.

L’attivista di Amnesty Australia Nikita White ha criticato la situazione dei diritti umani delle autorità saudite.

Il direttore dell’Australian Human Rights Institute, la professoressa Justine Nolan, ha criticato l’approccio “flessibile” della FIFA ai diritti umani.

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