Etica professionale e codici deontologici
Etica professionale e codici deontologici

Etica professionale e codici deontologici

In un brevissimo opuscolo, dedicato all’etica professionale, D. von Hildebrand (1935) imposta tutto il suo discorso sulla distinzione, insolita ma significativa, tra quella che egli chiama la professione primaria e le professioni secondarie. La professione primaria, a tutti gli esseri umani per il solo fatto di vivere nel mondo, corrisponde a quello che potremmo chiamare il difficile ‘mestiere di uomo’; le professioni secondarie sono invece i diversi compiti socialmente utili che l’uomo svolge all’interno della società. Le professioni secondarie sono intimamente connesse con la professione primaria che le include e dà loro senso e valore.

Le particolari professioni che l’uomo svolge nell’ambito dell’organizzazione sociale del si iscrivono perciò dentro questo modello ideale di umanità, che fa valere sul loro esercizio le sue esigenze e le sue leggi, che sono perciò in ultima analisi le esigenze e le leggi interne alla professione di uomo. È a queste esigenze e a queste leggi che si dà il nome di morale professionale.

Per alcune professioni più prestigiose e maggiormente cariche di responsabilità le stesse organizzazioni professionali, che inquadrano i membri di queste professioni, hanno già da tempo elaborato una raccolta di norme di comportamento etico, vincolante per i loro membri, cui viene dato il nome di codici di deontologia professionale: tali codici non intendono proporre un sistema globale di etica della professione, e tanto meno le ragioni profonde, di natura ideologica o religiosa, dell’impegno morale o il modello ideale di uomo che tale impegno aspira a realizzare; in una società pluralistica come la nostra una simile scelta ideologica sarebbe chiaramente impensabile; essi intendono soltanto vincolare, magari attraverso particolari , i membri della professione a certe forme più significative ed essenziali di comportamento etico.

Naturalmente resta al singolo professionista il compito imprescindibile di ancorare queste norme deontologiche a una più globale e convincente visione del significato dell’impegno morale umano nel suo insieme, attraverso specifiche scelte personali di natura ideologica o religiosa. (Etica della comunicazione).

Fonte: Gatti Guido , Deontologia – A. Deontologia della comunicazione, in Franco LEVER – Pier Cesare RIVOLTELLA – Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (08/12/2018).

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