2012, Stampa: un anno tra profezie catastrofiche e le solite realtà

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La fine del mondo predetta dal calendario Maya, per il 21-12-2012, non è avvenuta. La stampa mondiale cartacea, in primis, è in perdita a causa di lettori che iniziano a capire che bisogna premiare chi effettivamente lavora per fornire notizie scevre di commenti ed opinioni di parte. Per alcuni editori questa emorragia è irreversibile, ma d’altronde non si può chiedere sostegni economici se poi fornisci una che al contribuente interessa poco o nulla, salvo i lettori dei vari schieramenti politici.

Le vendite medie giornaliere dei quotidiani, in Italia, sono scese sotto la soglia dei 4 milioni. Che cos’è accaduto ? E’ arrivata la libertà di scegliere dei cittadini. Ma come ? E con quale mezzo ? Semplice con i come .Un trend negativo che non si arresta, con lo spauracchio che, entro il 2015, avremo il 50% in meno di testate che prendono soldi dalla legge dell’editoria. Questo dovrebbe andare a beneficio degli indipendenti ? No di certo.

Quando ci sono vacche grasse, forse i piccoli prendono le briciole. Per questo motivo è bene che si inizi a dare a Cesare quel che è di Cesare, poiché chi fa una scelta nel mondo della informazione non deve sentirsi un “minorato” rispetto a chi può, per conoscenze clientelari e accordi sotto banco!

Ma cosa accadrà nel futuro ? A quanto sembra di capire gli indipendenti dovranno trovare metodi di fra di loro per combattere i colossi dell’editoria che stanno pensando di entrare “massicciamente” su Internet. Cosa vuol dire ? Se l’editore prepotente di turno adotterà il paywall, l’unica arma dei lettori/utenti sarà quella di scegliere se premiarlo o abbandonarlo. D’altronde Internet è nata per una informazione gratuita.

Dal 2013 cambieranno comunque la capacità di interagire con i propri lettori e di cogliere le opportunità che i social net potranno fornire, anche se alla fine non sono ne potranno essere considerati aziende editoriali. La massa degli utenti avrà sempre il pallino per giocare la propria partita come ritiene più opportuno, per dare/ricevere l’informazione. Internet non è la carta, nè la TV e né la radio. I casi, come quello degli indignati spagnoli, sono l’esempio di ciò che le forme tradizionali di informazione non sono più adatte né adattabili. Quando infatti le proteste greche non hanno ricevuto adeguata copertura dai generalisti, hanno trovato ampio spazio nei media alternativi sempre e comunque su Internet.

Buona fine e buon principio.

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