Giardini esoterici e geometrie simboliche

Marsilio Ficino, che amava studiare e sperimentare nel giardino della villa di Careggi a le proprietà occulte delle piante, sosteneva che ogni sostanza animale, minerale e vegetale non solo soggiace all’influsso di un particolare pianeta o costellazione ma ne riassume in sé le qualità così come contiene i quattro umori fondamentali: caldo, freddo, umido e secco.

Il giardino di ficiniana memoria è in sostanza un riflettersi del macrocosmo nel microcosmo, dove la stessa costruzione geometrica doveva attenersi a ben precise regole al fine di attrarre con maggior forza le virtù celesti. Scrive, infatti, Plotino nella quarta Enneade: “Gli antichi saggi, che hanno voluto fra loro presenti gli dei costruendo templi e statue, mirando alla natura dell’universo, capirono che è sempre facile attirare l’anima universale, ma che è particolarmente agevole trattenerla, solo che si costruisca qualcosa di affine e capace di riceverne la partecipazione. Ora l’immagine figurata di una cosa è sempre disposta a subire l’influenza del suo modello, come uno specchio capace di imprigionarne l’immagine”. E da qui prende vita il gioco delle immagini, ovvero dei talismani, che attraggono le influenze celesti, dove il disegno delle planimetrie dei giardini ricordano i diagrammi mnemonici dell’ars memoria di Raimondo Lullo.

Così i quattro elementi, in un’orditura complessa di miti e allusioni, si distendono sul palcoscenico grandioso del giardino. E sarà proprio nel Rinascimento, con la creazione dei primi orti botanici, realizzati secondo un preciso disegno, dove ancora il numero quattro e i suoi multipli sottendono alla suddivisione dello spazio. L’otto è il numero che caratterizza la costruzione dell’Orto Pisano, il primo orto botanico realizzato in Italia, ideato nel 1543 per volere del Granduca Cosimo I dal modenese Luca Ghini, lettore di botanica presso lo studio pisano. Infatti, il terreno di forma rettangolare era suddiviso in otto aiuole quadrate, dai complessi disegni geometrico-simbolici al fine di catturare, secondo la filosofia neoplatonica, le energie celesti.

Di diretta derivazione da quello pisano è la costruzione nel 1545 dell’orto botanico fiorentino costruito su disegno di Niccolò Tribolo. L’orto fiorentino, detto “giardino dei semplici” perché vi si coltivavano piante officinali e medicinali, era declinato secondo la simbologia del numero quattro. Il quadrato del terreno era, poi, diviso dalle due diagonali in quattro settori, mentre al centro campeggiava una vasca ottagonale, adornata da acquatici scolpiti nel marmo.

Fra i primi orti realizzati è quello di Padova che ancora oggi conserva quasi inalterato il disegno originale. Il giardino, costruito su progetto di Daniele Barbaro, presenta in pianta un quadrato inscritto in un cerchio, in una raffigurazione altamente simbolica in quanto le due figure così interconnesse rappresentano l’unione del cielo e della terra. Nell’orto padovano ogni quadrato è a sua volta diviso lungo gli assi principali in quattro quadrati e ciascuno di questi diviso ancora in otto triangoli isosceli. Al centro una statua di Minerva, la dea protettrice delle scienze, ma anche allegoria del sapere iniziatico, nelle intenzioni dell’artefice doveva troneggiare sull’intero spazio. Come si vede il leitmotiv del disegno è il numero otto, simbolo per eccellenza di rinascita spirituale, ovvero della rigenerazione interiore ed esteriore perché, come sostenevano gli antichi, la salute dell’anima discende da quella del corpo e viceversa. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che gli orti, erano destinati alla coltivazione dei semplici utilizzati nella farmacopea del tempo.

L’orto era in sostanza concepito come una sorta di diagramma magico. Le aiuole, infatti, disegnate secondo un complesso sistema di corrispondenze sincroniche e di geometrie occulte, spesso riproducevano le figure della geomanzia, antica divinatoria, citata dallo stesso Dante nel XIX canto della Divina Commedia, e il cui sistema simbolico mostrava evidenti connessioni con la astrologica. “Determinate forme geomantiche – scriveva il botanico Perini – hanno contenuti esoterici per cui solamente in quel posto le piante e i fiori raggiungono una determinata vitalità, un determinato splendore, una determinata esultanza di forme e di colori”. Questa conoscenza, che fino all’inizio dell’Ottocento era in possesso di ogni maestro giardiniere, è andata poi perduta nel tempo. Naturalmente ogni aiuola, microcosmo sacro, doveva essere recintata per non disperdere il proprio potere magico.

Progettare il giardino Magico – Hortus Conclusus e Giardini Zen

Eccoci al terzo appuntamento dedicato alla progettazione del nostro giardino.
I testi sacri di tutte le religioni descrivono giardini d’incomparabile bellezza e in alcuni casi contengono anche le regole per realizzare un giardino ad immagine e somiglianza di quello sacro ma i due stili principali e più diffusi giunti fino a noi sono due, l’hortus conclusus, e il giardino zen, entrambi antichissimi e legati alla vita monastica.

Hortus Conclusus

E’ un tipo di giardino antichissimo, la sua storia nasce nel V secolo a.C. durante il regno di Ciro il Grande che aveva costruito a E’ un tipo di giardino antichissimo, la sua storia nasce nel V secolo a.C. durante il regno di Ciro il Grande che aveva costruito a Marvadasht, attuale meridionale, un giardino a pianta geometrica con percorsi d’acqua in pietra e che incorporava tanto architettura quanto natura, canali e ombrosi padiglioni. Quando la Persia abbracciò l’Islam, questo modello, sempre racchiuso da mura, venne acquisito e i suoi corsi d’acqua divennero simbolo dei 4 fiumi del paradiso coranico: acqua, , miele e latte. Perchè il giardino archetipo, il Paradiso deriva infatti il suo nome e il suo simbolismo dall’antico persiano deriva infatti il suo nome e il suo simbolismo dall’antico persiano Pardeiza, area racchiusa, e nacque probabilmente come rifugio ideale dalla durezza della natura circostante. Successivamente lo stile venne esportato insieme a molte usanze islamiche, in tutta l’Europa e parte dell’India. In fu presto adottato nei palazzi signorili e nei monasteri. Tale giardino rappresenta, per tanto, una continuità con la nostra storia e con la nostra spiritualità. Infatti, presso i Celti esisteva una classe druiditica elevata, i Gutuater, sacerdoti residenti in un “recinto sacro” o “santuario”. Il parallelismo con i conventi è evidente, anzi, in un certo senso, i conventi e i monasteri sono la continuazione di usanze simili precedenti.
Infatti, anche presso i Greci, gli Egizi ed i Romani i templi erano, spesso delle comunità autosufficienti. Perciò nel Medioevo i giardini di Monasteri e ville private presero il nome di Hortus Conclusus, orti protetti da alte mura che racchiudevano fiori, alberi, fontane, belve addomesticate e la Madonna col bambino, simbolo di un’oasi di pace, ma anche della purezza inviolata della Vergine.

Su questa scia, il giardino segreto che ci apprestiamo a realizzare ospiterà certo un simbolo della Madre (nella forma che preferite, dalla Madonna ad Iside, da Yemanja a alla Venere di Willendorf e sarà dunque simbolo della forza, della compassione e dell’Amore della Madre.

La forma di questi giardini era quadrata, divisa in quattro parti, perché riflettessero i quattro angoli del mondo; al centro c’era l’Albero della Vita, oppure una fonte dalla quale uscivano i quattro fiumi dell’Eden. I fiori e i frutti presenti erano tutti legati ad un particolare simbolismo: la rosa, fiore di Venere, delle Grazie e della Madonna le cui spine ne simboleggiavano il dolore per la perdita del figlio; la melagrana, albero di Persefone, simbolo della molteplicità racchiusa nell’unità e, quindi dell’unità della Chiesa; il giglio, puro come la Vergine; le violette, fiori di modestia e umiltà, l’olivo, emblema di pace, fratellanza e misericordia. Anche i viali e i giochi (i giardini cortesi, ovviamente erano attrezzati anche per molti tipi di giochi e svaghi, dagli scacchi alla musica, dal tiro con l’arco alla scherma al gioco della mosca cieca) erano disposti in modo simbolico. In questi giardini era preferita una disposizione simmetrica e ordinata dei viottoli perché rispecchiassero l’ordine cosmico.

Nei conventi, parte di questi giardini era dedicata alle piante officinali, alle erbe aromatiche e ad ortaggi, e .

Ricapitolando, un hortus conclus è caratterizzato da:

la forma quadrata a rappresentare i quattro angoli del mondo;
una raffigurazione della Grande Madre;
un albero centrale
una fontana, meglio se in posizione centrale
viali ben ordinati
fiori e alberi da frutto dal forte valore simbolico e piante medicinali

Il Giardino zen

Se state pensando a questo giardino come vostro luogo ameno, molto probabilmente avete fatto delle discipline orientali come le arti marziali, il kendo, lo shiatzu e la mditazione zen un punto fondamentale della vostra pratica spirituale. Ovviamente non è obbligatorio seguire il zen o lo scintoismo per creare un buon giardino zen ma una buona conoscenza di base della cultura giapponese è necessaria.Anche questo giardino è legato, tuttavia alla religione e vanta origini molto antiche. Nasce, infatti, con l’avvento del buddismo zen che risale alla fine del sesto secolo, ma viene ridefinito e perfezionato nei monasteri Zen e nei relativi templi, ove viene utilizzato come luogo di ispirazione per la meditazione e la preghiera, ma l’affermazione vera e propria avviene nel sedicesimo secolo, al termine del periodo Muromachi.

Apparentemente il giardino zen è molto più semplice da realizzare rispetto ad un giardino occidentale, esso ha molti spazi aperti, poche piante, molto verde e pochissimi fiori, in realtà è un giardino che richiede una certa bravura ed esperienza perché l’intervento umano deve risultare invisibile, ogni cosa deve sembrare estremamente spontanea pur essendo sempre frutto di attente riflessioni e minuzioso.
Un’altra difficoltà risiede nella presenza di pochi essenziali elementi scelti con cura e posizionati in modo da creare un’armonia perfetta, essendo la nostra cultura mnominimalista potrebbe essere difficile seguire la regola del minimalismo.

Mentre l’hortus conclus si basava sulla mitologia classica e cristiana, il giardino zen si basa sui principi del fng shui, vi cnsiglio, quindi, di studiare questa disciplina perché il vostro giardino possa essere una fonte di Chi per voi e per la vostra abitazione.

Esistono diversi stili di giardino zen, ma tutti sono caratterizzati da questi elementi, anche se in misura diversa:

l’acqua, il simbolo della vita, senza la quale non possiamo sopravvivere. Proprio come il sorgere ed il tramontare del sole, l’acqua deve scorrere da est verso ovest oppure essere ferma.
le rocce, ovvero il punto del giardino in cui regna la pace. Sono da privilegiare forme rotondeggianti, posizionando rocce di dimensioni anche notevoli in modo da dare l’impressione di esservi state da tempo immemore. Questi minerali ricoprono un ruolo di primo piano, tanto che la loro scelta viene considerata un’arte.
il verde, presente durante l’intero corso dell’anno, come ad esempio il muschio o piante verdi come la felce. I fiori sono pochi, in generale camelie, rododendri oppure azalee.
Si potrà altresì collocare un ponticello, alcune lanterne giapponesi ed una statua di Budda, pochi essenziali elementi che guidino ciascuno alla riscoperta della semplicità.

Nella creazione e la cura del giardino zen bisogna anche tener presente che gli elementi naturali (acqua, pietre e piante) devono essere posizionati in un perfetto equilibrio tra spazi pieni e spazi vuoti.

Le pietre devono essere collocate in modo da formare un vialetto che non deve mai ritornare su se stesso e allo stesso tempo non deve, mai, risultare chiuso, questo per simboleggiare il percorso di fede.

Alcune pietre vanno posizionate sparse per il giardino, per simboleggiare delle isole, intorno alle quali scorre un altro elemento fondamentale, l’acqua, che come detto viene spesso raffigurata con sabbia in grani che deve essere rigorosamente bianca e uniforme per creare la giusta atmosfera e illumini le aree circostanti.

La graniglia della sabbia deve essere movimentata con disegni ondeggianti che evochino il movimento delle onde del mare, per ottenere questo risultato bisogna rastrellare la sabbia in modo continuativo senza mai sollevare il rastrello e bisogna tener presente che il rastrello deve, sempre, essere spinto in avanti, mai indietro.

Variare l’orientamento della sabbia nel giardino serve a conciliare lo spirito e la mente, aiuta per tanto la meditazione.

Sulla sabbia spesso vengono posizionati dei piccoli ponticelli per simboleggiare il passaggio per raggiungere un nuovo punto di vista, un nuovo stato mentale.

Talvolta nei giardini vengono inserite delle piante o degli alberelli, preferibilmente bonsai, ma anche in questo caso, nulla viene lasciato al caso, infatti, solo alcune tipologie di piante vengono prese in considerazione come il muschio, il pino, l’acero, la camelia e altre piante orientali perché trasmettono un forte senso di armonia e di pace.

Nell’insieme il giardino Zen è verde in tutte le stagioni con piccoli tocchi di colore nel periodo della fioritura primaverile.

Altri elementi che vengono spesso posti all’interno del giardino sono le vasche e le lanterne in pietra (tipiche del Giappone), vi sono due diversi tipi di vasche:

-la kazara: molto scenica e posta ad altezza uomo, solitamente circondata da ceppi di bamboo;

– la tsukibai: meno ornamentale, viene collocata a terra e per utilizzarla bisogna inginocchiarsi.

L’Origine del Feng shui

Pare che il Feng Shui abbia i suoi natali in , come il buddismo, del resto. Il documento indiano più antico circa i giardini e le loro regole di costruzione è la cronaca di Megastene, che descrive un palazzo immerso tra giardini a Patna – Pataliputra. Contiene indicazioni dalle antiche scritture indù dedicate alle competenze, Shastras, che definiscono un preciso codice di costruzione ed orientamento degli edifici: questo nei secoli viaggiò unito alla dottrina buddhista, e si sviluppò in nell’arte del Feng Shui.

Link utili

Potete trovare la prima parte della guida qui:
https://www.facebook.com/notes/il-grimorio-di-igea/progettare-il-giardino-magico-parte-prima/932196936874242

Qui, invece, trovata la seconda parte della guida
https://www.facebook.com/notes/il-grimorio-di-igea/progettare-il-giardino-magico-parte-seconda/937116423048960

Infine, al link sottostante trovate i consigli per realizzare un vero giardino zen

https://www.giardinaggio.it/giardinaggio/giardini-orientali/come-realizzare-un-giardino-zen.asp

Biblio e webgrafia:
I Giardini Incantati – di Devon Scott – ed. Venexia
Giardinaggio.it
guidaindia.com

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