Agricoltura italiana in crisi economica

Le aziende agricole italiane stanno vivendo un momento di crisi economica particolarmente drammatico, quale epilogo di alcuni eventi avversi e concatenati che hanno caratterizzato le ultime due annualità;

   nel 2021 tutta l’economia ha subito i colpi dell’emergenza sanitaria da COVID-19; nel medesimo anno diverse aree agricole sono state colpite da eventi atmosferici particolarmente intensi che, in alcuni casi, hanno azzerato l’intera produzione;

   anche il 2022 è stato un anno «nero» per le coltivazioni (-2,2 per cento in volume), causato da eventi climatici manifestatisi attraverso un aumento dell’intensità e della frequenza di eventi meteorologici estremi, con basse temperature primaverili, eccezionali ondate di calore nel periodo estivo e pressoché totale assenza di precipitazioni, che hanno condizionato le produzioni e influenzato l’offerta dei prodotti agricoli a livello prima di tutto nazionale, poi europeo e mondiale;

   inoltre, nel 2022 il terribile conflitto, ancora in corso, ha acuito le crisi già in atto nel settore. Nell’Unione europea a 27 l’incremento medio dei costi di produzione delle aziende agricole, sulla base della stima preliminare dei conti economici dell’agricoltura dell’Istat, è stato del 23,1 per cento, con valori al rialzo di almeno il 10 per cento in tutti gli Stati;

   secondo i dati Istat, nel 2022 sono aumentati sensibilmente i prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori (+23,6 per cento), con balzi che riguardano i fertilizzanti (+63,4 per cento), i prodotti energetici (+49,7 per cento) e gli alimenti per animali (+25,1 per cento);

   il comparto agricolo nell’Unione europea ha registrato anche un calo del volume della produzione del 3 per cento;

   è necessaria una più equa distribuzione del valore lungo tutta la filiera per tutelare il reddito degli agricoltori; si devono creare le basi affinché, nelle relazioni tra i diversi anelli della filiera, le condizioni di forza contrattuale non possano trasformarsi in vere e proprie pratiche sleali;

   nonostante il «decreto crisi ucraina» abbia previsto la rinegoziazione e ristrutturazione dei mutui agrari in essere, allungando il relativo periodo residuo di rimborso, permangono tuttora criticità per la loro ricontrattazione;

   in un momento come quello attuale, a causa della congiuntura dei fattori legati all’aumento dei costi di produzione, al calo conseguente della produzione e al cambiamento climatico, hanno chiuso l’attività 3.363 imprese agricole –:

   se e quali provvedimenti, alla luce dei dati Istat citati in premessa, intenda adottare con urgenza anche al fine di intervenire sulla moratoria dei mutui agrari, nell’ottica di tutelare il reddito degli agricoltori italiani.

Fonte
Camera.IT

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