Australia sospende temporaneamente il ricorso contro i dazi cinesi

Il ministro degli Esteri di Canberra Penny Wong e il ministro del Commercio Don Farrell hanno annunciato nel fine settimana che l’Australia sospenderà per tre mesi l’appello dell’Organizzazione mondiale del commercio contro i dazi cinesi, in cambio della revisione da parte della delle sue azioni punitive contro i prodotti australiani.

La ha confermato che rivedrà le sue tariffe sull’orzo australiano, ma che il processo potrebbe estendersi anche ai vini australiani, hanno affermato i ministri.

Ciò sta facendo sperare che il mercato chiave cinese possa riaprirsi gradualmente ai vini.

Prima dell’effettivo divieto imposto da Pechino alla fine del 2020, la rappresentava oltre il 30% delle esportazioni di dell’Australia.

L’Australian Strategic Policy Institute ha riferito che la Cina ha compiuto 73 azioni coercitive tra il 2020 e il 2022 contro l’Australia.

Ciò è scaturito dalle richieste australiane di un’indagine internazionale sull’origine della pandemia di coronavirus in Cina, combinate con la condanna del trattamento riservato da Pechino alle minoranze etniche.

L’imposizione di un sovrapprezzo del 172% sui vini del Governo li ha resi non competitivi in ​​Cina, in particolare la gamma Penfolds di fascia alta, che è stata oggetto di un’impennata della domanda (e dell’inevitabile contraffazione) da parte della classe emergente.

Il Governo è stato costretto a rimodellare il suo piano aziendale, inclusa una maggiore attenzione agli Stati Uniti, dove ha venduto una gamma di vini di base.

L’anno scorso ha raddoppiato la sua capacità produttiva in Francia acquistando la tenuta di 390 ettari dell’Haut-Medoc Château Lanesson.

Il Governo si è inoltre concentrato sullo sviluppo dei principali mercati del sud-est asiatico come Thailandia e Vietnam, dove da allora la domanda per le sue gamme premium è aumentata.

Man mano che la Cina ridurrà le sue tariffe sui vini prodotti in Australia, il governo rientrerà gradualmente nel mercato per garantire che continui a rifornire i suoi mercati in tutta l’Asia dopo aver ristrutturato la produzione e chiuso alcune strutture australiane.

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