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Il cosiddetto mercato parallelo o “grey market”, sfrutta in maniera legale alcune anomalie di mercato, si contraddistingue non solo in piazze di vendita storiche per traffico turistico -Venezia, Verona, Milano, Roma, Firenze – dove sarebbe più facile nascondere i flussi e volumi di merce all’interno di grandi volumi di vendite normali, ma anche e soprattutto nella provincia Italiana. Si può dire che il business del parallelo ormai da anni sta salvando i conti di tanti multimarca e department stores Italiani.
Le categorie merceologiche coinvolte nel business del parallelo sono molteplici: dalla profumeria/cosmetica all’hard luxury (gioielleria e orologeria) passando ovviamente per pelletteria e abbigliamento moda. Nessun marchio del lusso, Italiano o straniero, con una componente di distribuzione intermediata tramite wholesale o dealers concessionari può considerarsi escluso dal parallelo o “grey market” che dir si voglia.
Per molti retailers multimarca Italiani del lusso è innegabile che la componente del business online sia cresciuta in maniera esponenziale negli ultimi anni (vedi articolo Farfetch e multimarca Italiani), crescita però non sufficiente in questo momento per compensare il blocco del business parallelo e le vendite offline ferme.
I costi delle vendite online però sono alti se si vuole utilizzare il network Farfetch, per via delle commissioni sulla singola vendita nel range dal 20 al 25% sul prezzo di vendita. Alternativamente, se si vuole creare un sito e-commerce diretto i costi di marketing digitale per ottenere visibilità e rivaleggiare con i giganti internazionali (come Yoox, Net-a-Porter, Farfetch, Chrono24 e similari) sono ancora maggiori rispetto ad utilizzare un marketplace.
FONTE : professional-luxury