Big data, linee guida di Agcm, Agcom e Garante Privacy

Le prime linee guida e raccomandazioni prodotte dall’Indagine conoscitiva congiunta di Agcom, Agcm e Garante privacy, sul tema dei big data, sono raccomandazioni di policy condivise sul GDPR a livello UE e, sotto alcuni aspetti, anche per il Regolamento per la protezione del copyright online.

Molte delle constatazioni che si leggono fra le righe delle linee guida – asimmetrie informative, impatti competitivi pervasivi su utenti ed industrie, attuali e potenziali, rischi per la privacy e il pluralismo ad opera soprattutto delle grandi multinazionali del web, rispecchiano peraltro analisi che CRTV dalle origini della sua attività associativa ha segnalato in un’ottica di tutela dell’industria radiotelevisiva nazionale che appare fortemente penalizzata da tali asimmetrie.

Le “linee guida e raccomandazioni di policy” condivise sono 11. Di seguito i titoli.

1: Governo e Parlamento si interroghino sulla necessità di promuovere un appropriato quadro normativo che affronti la questione della piena ed effettiva trasparenza nell’uso delle informazioni personali (nei confronti dei singoli e della collettività).

2: Rafforzare la cooperazione internazionale sul disegno di policy per il governo dei Big Data. Citate

3: Promuovere una policy unica e trasparente circa l’estrazione, l’accessibilità e l’utilizzo dei dati pubblici al fine della determinazione di politiche pubbliche a vantaggio di imprese e cittadini.

4: Ridurre le asimmetrie informative tra utenti e operatori digitali, nella fase di raccolta dei dati, nonché tra le grandi piattaforme digitali e gli altri operatori che di tali piattaforme si avvalgono.

5: Prima delle operazioni di trattamento dei dati, identificare la loro natura e proprietà e valutare la possibilità d’identificazione della persona a partire da dati ‘anonimizzati’.

6: Introdurre nuovi strumenti per la promozione del pluralismo on-line, la trasparenza nella selezione dei contenuti nonché la consapevolezza degli utenti circa i contenuti e le informazioni ricevute on-line.

7: Perseguire l’obiettivo di tutela del benessere del consumatore con l’ausilio degli strumenti propri del diritto antitrust estendendoli anche alla valutazione di obiettivi relativi alla qualità dei servizi, all’innovazione e all’equità.

8: Riformare il controllo delle operazioni di concentrazioni al fine di aumentare l’efficacia dell’intervento delle autorità di concorrenza.

9: Agevolare la portabilità e la mobilità di dati tra diverse piattaforme, tramite l’adozione di standard aperti e inter-operabili

10: Rafforzare i poteri di acquisizione delle informazioni da parte di AGCM ed AGCom al di fuori dei procedimenti istruttori e aumento del massimo edittale per le al fine di garantire un efficace effetto deterrente delle norme a tutela del consumatore.

11: Istituzione di un “coordinamento permanente” tra le tre Autorità.

L’indagine congiunta è stata avviata il 30 maggio 2017 ed intendeva svolgere un approfondimento interdisciplinare sulla base dei contributi che ciascuna Autorità, nel rispetto delle proprie competenze (implicazioni per la privacy, la regolazione, la tutela del consumatore e l’antitrust), poteva offrire “dalla piena consapevolezza che le caratteristiche dell’economia digitale sono molto spesso tali per cui gli obiettivi propri delle tre Autorità tendono quasi inevitabilmente ad intrecciarsi e non sempre sono agevolmente distinguibili”.

Nel corso dell’Indagine sono state svolte quaranta audizioni nel cui ambito sono stati interpellati i principali operatori dell’economia dei dati, delle telecomunicazioni, dei settori finanziari e dell’editoria, nonché esperti e accademici; sono state inviate richieste di informazioni ai grandi operatori digitali e sono pervenuti numerosi contributi.

Inoltre, le diverse Autorità hanno potuto beneficiare delle informazioni acquisite nel corso di procedimenti collegati allo sfruttamento economico dei dati e al ruolo della profilazione algoritmica nei mercati della pubblicità on line e nell’attività delle piattaforme di video sharing, motori di ricerca e marketplace.

Nel giugno del 2018 sono stati pubblicati alcuni risultati intermedi: un Big Data Interim report adottato dall’Agcom e un rapporto che illustra i risultati di un’indagine campionaria, condotta dall’Agcm, volta a indagare la propensione degli utenti di servizi on-line a consentire l’utilizzo dei propri dati a fronte dell’erogazione dei servizi.

Note sulla terminologia Big-Data (Wikipedia)

Il termine big data (“grandi [masse di] dati” in inglese), o megadati, indica genericamente una raccolta di dati così estesa in termini di volume, velocità e varietà da richiedere tecnologie e metodi analitici specifici per l’estrazione di valore o conoscenza.

Il termine è utilizzato in riferimento alla capacità (propria della dei dati) di analizzare ovvero estrapolare e mettere in relazione un’enorme mole di dati eterogenei, strutturati e non strutturati, allo scopo di scoprire i legami tra fenomeni diversi (ad esempio correlazioni) e prevedere quelli futuri.

La disciplina può essere vista come un’evoluzione dei tradizionali metodi di business intelligence, allargata a moli di dati ancor più variegate e soprattutto più voluminose.

Malgrado non esista una separazione rigorosa tra big data e altri dati (non classificabili come big), sono stati proposti diversi approcci per descriverne le peculiarità.

Nel 2011, Teradata afferma che “Un sistema di big data eccede/sorpassa/supera i sistemi hardware e software comunemente usati per catturare, gestire ed elaborare i dati in un lasso di tempo ragionevole per una comunità/popolazione di utenti anche massiva.”

Un’ulteriore proposta di caratterizzazione dei big data è stata data dal McKinsey Global Institute:

Un sistema di Big Data si riferisce a dataset la cui taglia/volume è talmente grande che eccede la capacità dei sistemi di database relazionali di catturare, immagazzinare, gestire ed analizzare“.

 

Fonte

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