Business internazionale della Droga (2)

Nel dipartimento di Nariño che confina con l’Ecuador, a Tumaco, ci sono 23.000 ettari di coltivazioni di coca. Il ministero della Difesa della Colombia ha annunciato a dicembre 2017 che gli obiettivi dell’eradicazione forzata erano stati raggiunti: oltre 50.000 ettari. Ma lo scorso febbraio, il vicepresidente Óscar Naranjo ha confermato che solo 16.000 erano stati volontariamente eliminati. “Dubitiamo delle dichiarazioni dell’esercito, e informandosi presso il personale militare che opera in merito, molti ammettono che le cifre sono state gonfiate per raggiungere gli obiettivi”, dice il rapporto “La nuova generazione di trafficanti di droga colombiani post-FARC” redatto da Insight Crimine, e dedicato allo studio della criminalità organizzata in Latina.

“Il narco sta mutando ed è sempre piu’ diffusa la produzione maggiormente intensiva in aree piu’ piccole”, spiega Mauricio Jaramillo, professore di scienze politiche all’Universidad del Rosario a Bogotá. “Gli attacchi all’offerta sono stati elusi adattandosi”.

A Nariño, non solo viene coltivata la coca, ma la cocaina viene elaborata e inviata sempre da li’. “Ha un facile accesso ai precursori chimici per la lavorazione della droga (carburante a costi agevolati dell’Ecuador oppure aspirato dalla tubazione della Transandino, che attraversa il dipartimento), e punti di ingresso via mare o via terra attraverso l’Ecuador, dove gli acquirenti messicani si aspettano che la produzione sia all’altezza delle loro esigenze”, secondo Insight Crime.

Nel dipartimento di Putumayo, vicino a Nariño, vengono prodotte 100 tonnellate di cocaina all’anno, secondo uno studio della Fondazione Ideas for Peace (FIP). In questa zona, i combattenti delle FARC che non hanno aderito al processo di pace, mantengono le attività illegali di coca, marijuana e traffico di legname per l’esportazione attraverso l’Ecuador.

Questa tesi è la stessa dei servizi di intelligence dell’Ecuador dal 2014, senza pero’ che siano state adottate misure efficaci di contrasto.

Un rapporto del ministero dell’Intelligence, smantellato dal governo di Lenin Moreno e screditato per aver impegnato nella sorveglianza dei civili per scopi politici, ha messo in guardia quattro anni fa sul fatto che l’Ecuador potrebbe essere “coinvolto in una spirale di violenza a causa del traffico di droga” , come effetto collaterale della smobilitazione delle FARC. Secondo lo stesso documento, l’insurrezione e le bande criminali si erano accordati con il cartello di Sinaloa per spedire la cocaina in Messico attraverso i porti colombiani e da San Lorenzo, nella provincia ecuadoregna di Esmeraldas.

Inoltre, sono stati rilevati 40 transiti illegali nei 720 chilometri di confine. I gruppi illegali hanno a loro favore che questa intera area è una giungla di difficile accesso, con molti corsi d’acqua.

Fonti: ADUC – FI / El Pais -edizione Argentina- del 13/04/2018

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