Campioni del passato, ricordiamo Albert Richter

Albert Richter (Colonia, 14 ottobre 1912 – Lörrach, 2 gennaio 1940) è stato un pistard e ciclista su strada tedesco, campione del mondo nella velocità tra i dilettanti nel 1932. Soprannominato “Il tedesco a otto cilindri”, con i suoi atteggiamenti rifiutò l’assoggettamento della sua figura sportiva al regime nazista. Fu prelevato alla dogana dalla Gestapo, mentre su un treno lasciava la per riparare in . Morì poco dopo, ma della sua vera sorte non si è saputo più nulla di certo. Il comunicato ufficiale della Gestapo parlò di “suicidio per impiccagione”. Nel 1932, dopo la vittoria al Grand Prix de Paris, Richter sperava di essere incluso nella rappresentanza per i Giochi della X Olimpiade di Los Angeles, ma rimase deluso perché la sua federazione sportiva non poteva permettersi il prezzo della sua trasferta.
Richter fu però a Roma, dove il 3 settembre vinse il campionato del mondo dilettanti su pista. Al suo ritorno a Colonia fu accolto con entusiasmo. Richter rifiutò di indossare durante le corse un jersey tedesco con la svastica, preferendogli un abbigliamento vecchio stile con la tradizionale aquila teutonica.[2][3] Fu sul podio in tutti i Campionati del mondo di su pista a cui prese parte dal 1933 al 1939, anche se non vinse mai la medaglia d’oro. Scherens vinse il campionato mondiale dal 1932 al 1937. Richter arrivò terzo nel 1933, piazzandosi dietro di lui e Lucien Michard. Nei due anni seguenti Scherens, Richter e Gérardin si classificarono sempre in quest’ordine. Nel 1936 Richter e Gérardin si scambiarono di posto. Nel 1937 e nel 1938 Richter si classificò ancora terzo.

(Wikipedia)

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