CHAMPAGNE E SPUMANTI, MIGLIAIA DI CAPSULE PRODOTTE OGNI MESE
CHAMPAGNE E SPUMANTI, MIGLIAIA DI CAPSULE PRODOTTE OGNI MESE

CHAMPAGNE E SPUMANTI, MIGLIAIA DI CAPSULE PRODOTTE OGNI MESE

Il numero esatto delle capsule diverse di champagne e vini frizzanti che sono state prodotte è impossibile da determinare con precisione, ma si stima che siano diverse decine di migliaia. La parte del leone la fanno Spagna e Francia, ognuno dei quali ha prodotto circa 40.000 capsule diverse, seguiti dall’Italia, la cui produzione raggiunge circa 4.000. Ogni mese.

La passione per il collezionismo delle capsule nasce in tempi relativamente recenti, agli inizi degli anni ’80: fino ad allora collezionare, o meglio, semplicemente raccogliere capsule, era del tutto sporadico e frutto più che altro dell’aver conservato i tappi con relative gabbiette di qualche bottiglia aperta in occasioni particolari.

Fu nei primi anni ’80 che una decina di appassionati, nella regione della Champagne in Francia, iniziarono a guardare con maggior interesse questi dischetti colorati, andando a cercare le vecchie bottiglie dimenticate in cantina, raccogliendole nei bar e ristoranti, chiedendole ad amici e conoscenti, ovunque si brindasse con le bollicine, iniziando quindi a scambiarsele e a catalogarle.

La passione si diffonde ben presto a macchia d’olio, contagiando il resto della Francia, la Spagna, l’Italia e successivamente altri Paesi europei, parallelamente alla produzione locale di vini spumanti.

Oggi si trovano collezionisti di capsule anche negli Stati Uniti d’America, in Australia, , Sud , Cile, Argentina, , Messico… tutti Paesi che hanno conosciuto, in anni recenti, un notevole incremento di interesse per la produzione e il consumo di spumante.

Si stima che nel mondo i collezionisti di capsule siano circa 200.000, 45.000 dei quali in Spagna, 55.000 in Francia, e 5.000 in Italia, dove il fenomeno collezionistico sta vivendo un momento felice e nuovi appassionati si aggiungono ogni giorno.

In Francia, intorno al 1990, viene pubblicato il primo catalogo e nascono le prime associazioni di collezionisti, che si espandono, qualche anno dopo, prima in Spagna e subito dopo in Italia. Grazie a queste associazioni spontanee, vedono la luce anche i cataloghi delle capsule spagnole, italiane ed internazionali.

Strumenti indispensabili per chi vuole organizzare la propria collezione, i cataloghi facilitano gli scambi ed offrono un’indicazione di base della rarità delle varie capsule.

Il collezionismo delle capsule ha influenzato positivamente l’atteggiamento dei maggiori produttori di vini, che diversificano con sempre maggior frequenza la grafica delle loro capsule, spesso assegnandone una diversa ad ogni tipologia di vino o riportando l’anno della vendemmia. In anni recenti sono apparse capsule speciali, in metalli preziosi e in tirature limitate o numerate, per celebrare eventi significativi o cuvée speciali.

In contemporanea all’evoluzione del collezionismo, si è manifestata anche una crescente offerta da parte di negozi e ditte specializzate, che offrono capsule e materiale specifico per organizzare al meglio le collezioni, quali raccoglitori, vassoi a scomparti, scatole, ecc. Nel corso dell’anno si svolgono numerose mostre, eventi ed incontri per appassionati, organizzati dalle varie associazioni, ed in Spagna esiste anche un Museo della Capsula a S.Feliu de Guixol, nei pressi di Barcellona.

Il collezionismo in Italia

Le capsule italiane più rare e ricercate sono quelle in acciaio, anonime o con scritte in rilievo, prodotte negli anni venti del secolo scorso. Le prime capsule furono predisposte dalla ditta Valsecchi ed erano tranciate e piegate a mano.

L’azienda produsse capsule per diverse note aziende, fino al 1970, anno in cui cessò ogni attività.

Nella seconda metà del novecento l’avvento dei nuovi processi grafici, la serigrafia (l’inchiostro attraverso un tessuto finissimo viene trasferito sul foglio di lamiera) e la litografia (trasferimento del cliché da pellicola al foglio di banda stagnata), rivoluzionano il modo di produrre le capsule.

È del 1962 la prima capsula italiana litografata.

Oggi che l’abbattimento dei costi è diventata necessità primaria, la più importante produttrice mondiale di capsule, la ICAS, affianca alla tradizionale quella digitale.

Questa metodica consente di stampare piccole serie di capsule, ridurre drasticamente i costi e stampare immagini particolarmente elaborate.

Il primo catalogo delle capsule italiane ha visto la luce nel 1998, grazie alla passione di Renato Procacci, uno dei pionieri di questo tipo di collezionismo.

Dopo 5 edizioni, i diritti di pubblicazione del catalogo sono stati ceduti al Club Collezionisti Capsule, in breve CCC, l’associazione che dal 1997 raggruppa molti appassionati di questo tipo di collezionismo.

wikopidia

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