Nella Unione europea i parabeni sono classificati come potenziali interferenti endocrini[24]. Rientrano infatti, nonostante i volumi relativamente bassi, tra le sostanze di cui c’è almeno una ricerca che ne prova la potenziale capacità di mimare chimicamente gli estrogeni, assieme al più
È stato comunque confermato che, soprattutto quelli con la catena alchilica più lunga, e i loro principali metaboliti, come l’acido p-idrossibenzoico stesso, possono debolmente interferire con il sistema ormonale. Varie ricerche evidenziano come tale attività estrogenica sia di molti ordini di grandezza inferiore (1/100000) a quella dell’estradiolo o del etinilestradiolo, l’ormone sintetico spesso utilizzato nelle pillole anticoncezionali. La controversia sugli ipotetici rischi associati ai potenziali interferenti endocrini nel cosmetico è ancora viva ed in alcuni paesi si è pensato di adottare il principio di precauzione per cosmetici applicati a neonati o infanti: per quanto debole sia l’attività estrogenica dei parabeni, questa può risultare un rischio inaccettabile nel caso il cosmetico sia applicato sulla pelle, magari lesa, di neonati o infanti. Chi ritiene assai improbabile e non realistica l’ipotesi di danni alla salute arrecati da cosmetici contenenti parabeni fa riferimento alla loro grande diffusione in natura, alla loro minima potenzialità estrogeno-mimetica e al fatto che terapie ad alto dosaggio di estrogeni, compresa la pillola anticoncezionale, non hanno una significativa relazione causale con il cancro al seno.
Assetto regolatorio
Dal 1972 i principali parabeni sono stati classificati come sicuri dalla Foods and Drugs Administration americana (FDA) che li ha inseriti negli ingredienti alimentari GRAS (Generally Recognized As Safe) se utilizzati a concentrazioni <0,1%. Il loro utilizzo come additivi alimentari è autorizzato praticamente in tutto il mondo a seguito della valutazione presentata dal JECFA, il Joint FAO/WHO Expert Committee on Food Additives.
L'EFSA, Autorità europea per la
Tra maggio e luglio del 2011, in Francia è stata adottata la legge chiamata Lachaud dal nome del suo promotore. Il provvedimento legislativo si compone di un solo breve articolo che recita: “La produzione, importazione, vendita e offerta di prodotti con ftalati, parabeni e alchilfenoli è proibita”. La legge “Lachaud“ non è stata mai applicata (situazione al settembre 2015) e i parabeni in Francia continuano a essere utilizzati nei limiti delle norme europee.
Nel 2011 il governo danese ha introdotto una restrizione nell’uso di alcuni parabeni (propyl-, isopropyl-, butyl- isobutyl-) bandendone l’utilizzo nei prodotti destinati a infanti fino a 3 anni di età. (BEK no. 166 24/02/2011) .
L’SCCS, il Comitato scientifico europeo per la sicurezza dei consumatori, alla luce dei provvedimenti danesi, si è pronunciato valutando la sicurezza dei parabeni anche nei cosmetici per infanti o neonati, confermando che limiti e restrizioni specificate nel regolamento sono adeguati anche nel caso di cosmetici applicati a minori.
Fonte: Wikipedia