Gli alimenti transgenici sono quelli che hanno nella loro composizione un elemento che proviene da un organismo che è stato aggiunto attraverso tecniche genetiche, un gene da un’altra specie. Attraverso la moderna biotecnologia è possibile trasferire un gene da un organismo a un altro per conferirgli una qualità speciale che non possiede.
In questo modo, le piante transgeniche avranno una maggiore capacità di resistere a erbicidi, parassiti o siccità.
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I difensori di questa modalità ritengono che l’alterazione genetica abbia l’intenzione di ottenere alimenti più resistenti e con migliori qualità nutritive per l’essere umano. Ad esempio, c’è la possibilità di ottenere mais più resistente agli insetti, pomodori che prolungano la loro vita in frigorifero, colture più resistenti alla siccità,
Si può quindi affermare che l’obiettivo degli alimenti transgenici è quello di ottenere prodotti più nutrienti, resistenti e durevoli.
Molti esperti ritengono che non ci sia motivo di preoccuparsi quando capiscono che questi prodotti non sono dannosi per la salute.
Attualmente vengono prodotti circa 40 milioni di ettari di alimenti geneticamente modificati.
Inoltre, nel caso delle verdure, qualsiasi modifica viene apportata su altre normali e sane, quindi non comporta alcun rischio, spiegano.
Questo tipo di alimento è sottoposto ad importanti analisi e controlli, oltre a passare attraverso processi esaustivi. In alcuni casi anche superiore a quelli che si sottopongono a quelli standard.
All’inizio di questo secolo c’erano più di un trilione di piante transgeniche nel suolo, secondo i dati dell’area agricola degli Stati Uniti.
Nessuno di loro ha presentato alcun tipo di alterazione che abbia compromesso la salute delle persone o dell’ambiente.
Tra gli alimenti transgenici più comuni ci sono soia, carne, mais, patate,
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