[Covid-19] La censura nel mondo, Italia compresa

In un intervento di Claudio Messora, nella piattaforma ormai famosa per la sua censura a mò di ghigliottina, ascoltiamo un intervento ben preciso ove dice che: “Per la legge italiana è indiscutibile il diritto di esprimere la propria opinione, specie se si gode dell’immunità come un deputato o un senatore nell’esercizio della sua funzione“.

Cos’è accaduto? Ebbene la ben nota piattaforma video ha censurato l’intervento di un parlamentare in aula perché viola le norme della community.

Chi è il malcapitato di turno? L’onorevole Sara Cunial, in un video su un canale d’informazione, anch’esso oggetto di censura che ha avuto ben sette video censurati.

L’Onorevole Cunial, protagonista della censura, ha detto che ricorrerà alle vie legali, citando due articoli della Costituzione Italiana.

Qualche giorno prima era capitato a Radio Radio Tv di incorrere in censura da quella ben nota piattaforma, ma in questo caso hanno bannato tutto il canale d’informazione. Si avete letto bene!

A questo punto la libertà di stampa, quella svolta da testate indipendenti e non dai mainstream, cioé coloro che sono definiti i professionisti dell’informazione, si trova a dover combattere su un terreno della censura, in violazione di tutti i diritti garantiti della Costituzione e, per chi, deve anche difendersi da pinguini censori che vorrebbero anche ‘certificare’ le banane con il bollino blu!

Intanto, sulla censura a Radio Radio TV, tre europarlamentari hanno presentato un’interrogazione alla Commissione europea.

Freedom!

Se cancellano anche questo video, informateci: redazione@reporterspress.it

Come dice il detto “Ci sarà pure un giudice a Berlino” oppure “Esiste, dunque, un giudice a Berlino” è stata mutuata da un’opera di Bertold Brecht nella quale si narra la storia di un mugnaio che lotta tenacemente contro l’ imperatore per vedere riparato un abuso. Per cultura ecco la storia: A Potsdam, vicino Berlino, l’imperatore Federico II di Prussia voleva espropriare il mulino di un mugnaio per abbatterlo. Si trattava chiaramente di un abuso in quanto il motivo consisteva nel fatto che il mulino danneggiava il panorama del suo nuovo castello di Sans Souci. Pur di averla vinta, l’imperatore non esitò a corrompere tutti i giudici e tutti gli avvocati a cui il mugnaio si rivolgeva. Con grande tenacia, il mugnaio riuscì a trovare un giudice onesto che lo aiutò a vincere la causa. Ecco perchè si usa l’espressione per dire che, alla fine, la giustizia trionfa comunque.

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