Creare abbinamenti sinestetici tra arte e vino

La sinestesia è una condizione neurologica specifica, sebbene in gran parte innocua. Le persone che effettivamente hanno questa condizione associano diversi sensi in modo involontario, arbitrario e istantaneo. Ad esempio, abbineranno i grafemi ai colori; musica con un colore specifico o suono con un gusto particolare.

L’esercizio è quindi di pseudo-sinestesia, in quanto si cerca di creare abbinamenti sinestetici ma in modo volontario e più razionale rispetto alla pura sinestesia.

Quando mangiamo, annusiamo o ascoltiamo qualcosa, stiamo attivando più di un senso – infatti, stiamo usando tutti i nostri sensi in modo interconnesso per produrre l’intera immagine di un prodotto alimentare, suono o immagine.

Sembra perfettamente legittimo cercare di identificare le relazioni intermodali tra e pittura in modo diverso dalla tradizionale scheda di degustazione, quando si cerca di comprendere meglio il vino.

La degustazione analitica è il metodo di degustazione del vino più popolare.

Consiste nel seguire in modo meccanico e quasi matematico dei prefissati – cioè una griglia di degustazione – ed è praticamente l’unica utilizzata da professionisti e dilettanti per conoscere o valutare il vino.

Consente ai suoi utenti di valutare un vino in modo qualitativo e talvolta quantitativo, assegnando un punteggio al vino.

Il primo obiettivo di questo metodo sembra essere quello di eliminare ogni soggettività o ambiguità legata a questo approccio, che è edonistico per definizione.

Il vantaggio di questo metodo è che permette agli assaggiatori di esprimere a parole le proprie opinioni utilizzando un vocabolario condiviso, che a volte è ristretto a un insieme definito di parole per evitare interpretazioni troppo personali: una persona potrebbe capirne la descrizione mentre gli altri potrebbero non riuscire a comprenderlo.

Utilizzando un lessico condiviso, il consumatore evita qualsiasi malinteso. Infatti, un linguaggio impreciso o incomprensibile potrebbe rendere problematica la valutazione del vino.

Tuttavia, le degustazioni analitiche tendono a limitare il consumatore in quanto lasciano poco spazio all’intuizione o alla creatività.

I prodotti edonistici non possono essere giudicati esclusivamente sulla base di attributi oggettivi; invece, devono essere valutati in modo più olistico.

Sebbene i risultati non siano pensati per resistere al controllo scientifico (i metodi dello studio dovrebbero essere più solidi e utilizzare altri strumenti statistici che vadano oltre la lettura dei grafici), rivelano diverse tendenze.

Il dato più interessante è senza dubbio il fatto che le persone mettono in risalto due dipinti abbinati al vino X o Y.

In effetti, due cluster si distinguono abbastanza chiaramente. I dipinti di Vincent Van Gogh (24%) e Georgia O’Keeffe (34%) sono tra i più scelti.

L’utilizzo di questo tipo di metodo della “pseudo sinestesia” in un esercizio multisensoriale rende la degustazione del vino più intuitiva.

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