La curcuma più usata in medicina è la Curcuma longa o Curcuma domestica, detta anche Zafferano dell’India. La parte utilizzata è il rizoma, parte della pianta sotterranea con funzione di riserva. Il rizoma della curcuma è uno dei componenti del curry (28%).
L’azione principale della curcuma è quella antinfiammatoria, dovuta alla presenza della curcumina, con un duplice meccanismo d’azione sovrapponibile sia a quello degli antinfiammatori non steroidei che a quelli steroidei.
Vengono attribuite alla curcumina anche proprietà antiossidanti. A livello dell’apparato digerente la curcuma presenta azione coleretica e colagoga, cioè stimola la produzione e il transito della bile attraverso la colecisti.
Avrebbe anche un’azione epato-protettrice e eupeptica, cioè stimolerebbe la secrezione gastrica. Si usa sotto forma di capsule e tintura madre. Una tisana digestiva molto usata è quella formata da Achillea (30%), Tarassaco (30%), Curcuma (20%) e Menta Piperita (20%).
L’associazione di miele e curcuma può essere utile nei primi sintomi di influenza, raffreddore, tosse e mal di gola.
La curcuma ha bassa tossicità. Comunque non deve usata in casi di occlusione e calcolosi biliare. In questi casi fare attenzione anche all’uso del curry.
Ad alte dosi la curcuma avrebbe effetto ulcerogeno.
Per il possibile effetto anticoagulante, fare attenzione a utilizzarla in persone con problemi di coagulazione del sangue.
Evitare in gravidanza e allattamento.
Per il suo caratteristico colore giallo, la curcumina è utilizzata come colorante alimentare (con la sigla E100) e anche per colorare lana e seta.