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Il Data Act stabilisce che gli utenti dei dispositivi connessi dovrebbero avere il diritto di accedere ai dati che contribuiscono a generare o delegare tale diritto a una terza parte che potrebbe utilizzare i dati per sviluppare un nuovo servizio.
Tale obbligo di condivisione dei dati ha sollevato preoccupazioni da parte del settore che potrebbe rivelare segreti commerciali e informazioni commerciali sensibili.
In particolare, la presidenza svedese ha introdotto la possibilità per l’organizzazione che controlla i dati di rifiutare una richiesta di accesso se può dimostrare che ciò comporterà probabilmente un grave danno economico.
Il danno si verificherebbe nonostante le misure tecniche e organizzative che la persona fisica o giuridica ricevente metterebbe in atto per proteggere i segreti commerciali.
Se le parti interessate non trovano un accordo, potrebbero portare il caso davanti a un organo di risoluzione delle controversie. Per evitare l’abuso della nuova misura, se l’organo di risoluzione delle controversie si pronuncia contro i titolari dei dati, questi dovranno anche coprire le spese legali dei destinatari dei dati e altre spese ragionevoli.
Al contrario, i destinatari dei dati non dovranno sostenere le spese dei titolari dei dati in caso di sconfitta, a meno che l’organo di conciliazione non ritenga che abbiano agito “manifestamente” in malafede.
Allo stesso tempo, l’ambito del tipo di dati coperto dagli obblighi di condivisione dei dati è stato ridotto per escludere i dati elaborati con “know-how specifico” per generare approfondimenti sul prodotto o sul comportamento del consumatore.
Le associazioni di settore chiedono ai responsabili politici dell’UE di porre fine al Data Act. 30 associazioni di categoria hanno esortato i co-legislatori del Data Act a evitare “un salto nell’ignoto” con la nuova legge.
Per consentire la libera circolazione dei dati, il Data Act include la definizione di standard tecnici obbligatori e requisiti essenziali che garantiscono l’interoperabilità tra diversi sistemi e aziende.
La procedura per la produzione di questi standard tecnici è stata allineata con il regolamento macchine dell’UE. Il termine per l’entrata in vigore del regolamento è stato esteso da 18 a 24 mesi.

[Tecnologia / Informatica / Domotica]