Data Act, entro Marzo la Unione Europea decide sui segreti commerciali

Il Data Act stabilisce che gli utenti dei dispositivi connessi dovrebbero avere il diritto di accedere ai dati che contribuiscono a generare o delegare tale diritto a una terza parte che potrebbe utilizzare i dati per sviluppare un nuovo servizio.

Tale obbligo di condivisione dei dati ha sollevato preoccupazioni da parte del settore che potrebbe rivelare segreti commerciali e informazioni commerciali sensibili.

In particolare, la presidenza svedese ha introdotto la possibilità per l’organizzazione che controlla i dati di rifiutare una richiesta di accesso se può dimostrare che ciò comporterà probabilmente un grave danno economico.

Il danno si verificherebbe nonostante le misure tecniche e organizzative che la persona fisica o giuridica ricevente metterebbe in atto per proteggere i segreti commerciali.

Se le parti interessate non trovano un accordo, potrebbero portare il caso davanti a un organo di risoluzione delle controversie. Per evitare l’abuso della nuova misura, se l’organo di risoluzione delle controversie si pronuncia contro i titolari dei dati, questi dovranno anche coprire le spese legali dei destinatari dei dati e altre spese ragionevoli.

Al contrario, i destinatari dei dati non dovranno sostenere le spese dei titolari dei dati in caso di sconfitta, a meno che l’organo di conciliazione non ritenga che abbiano agito “manifestamente” in malafede.

Allo stesso tempo, l’ambito del tipo di dati coperto dagli obblighi di condivisione dei dati è stato ridotto per escludere i dati elaborati con “know-how specifico” per generare approfondimenti sul prodotto o sul comportamento del consumatore.

Le associazioni di settore chiedono ai responsabili politici dell’UE di porre fine al Data Act. 30 associazioni di categoria hanno esortato i co-legislatori del Data Act a evitare “un salto nell’ignoto” con la nuova legge.

Per consentire la libera circolazione dei dati, il Data Act include la definizione di standard tecnici obbligatori e requisiti essenziali che garantiscono l’interoperabilità tra diversi sistemi e aziende.

La procedura per la produzione di questi standard tecnici è stata allineata con il regolamento macchine dell’UE. Il termine per l’entrata in vigore del regolamento è stato esteso da 18 a 24 mesi.

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