Fotogiornalismo: evoluzione di una professione controversa

 

L’etimologia della parola fotografia deriva dalla lingua greca; due parole: φως (phos) e γραφίς (graphis) riassumono l’atto fotografico: scrivere (grafia) con la luce (fotos). In un mondo dove l’informazione viaggia attraverso le fibre ottiche e tutto si trasforma in “bit”, si metterà in risalto il ruolo dell’inviato, fotografo o che sia, che ancora oggi vuole capire la storia che vuole raccontare e scavare in profondità. La fotografia ,pochi anni dopo la sua nascita, raggiunge ben presto una posizione mediatica di rilevanza strategica: molto più efficace e diretta delle parole, molto più precisa dei disegni. Non appena le tecnologie di stampa e composizione delle pagine lo consentono, diventa così una presenza fissa sulle principali testate giornalistiche.

Da queste brevi considerazioni la domanda in oggetto di questo articolo, ossia siamo consapevoli dell’importante ruolo che svolge la fotografia nel settore giornalistico, ma esiste il delicato rapporto fra l’immagine e la sua etica, sia da un punto di vista di approccio del fotogiornalista ai fatti che documenta, sia
nel trattamento delle immagini in ottica di pubblicazione.

Le caratteristiche che distinguono il fotogiornalismo da altri generi fotografici sono tre, riassunte nei seguenti termini inglesi:
● Timeliness – le immagini hanno un senso se pubblicate nel contesto del racconto di eventi accaduti di recente.
● Objectivity – la situazione ripresa nelle immagini deve essere una fedele ed accurata rappresentazione degli eventi.
● Narrative – le immagini si relazionano ad altri elementi della notizia per poter meglio coinvolgere il lettore o lo spettatore.

La storia del fotogiornalismo in Italia è anche una storia delle fotografie non fatte, dell’uso e dell’abuso della notizia e dell’immagine, della censura , di quel distacco rispetto
all’Europa che ha portato la stampa, se non in rari casi, a trascurare la fotografia. Detto ciò, può considerarsi ancora vera l’affermazione che«la macchina fotografica […] non mente mai»?

A questo proposito si innesta il discorso dell’etica, poiché non esiste una disciplina giuridica unitaria e precisa riguardo l’immagine e la professione foto giornalistica.

Il foto di ieri e di oggi comunque ha un rapporto peculiare con l’avvenimento e con il pubblico; quindi le domande che rivolgiamo agli addetti del settore sono le seguenti: in che modo rifletta il chi e il cosa, il quando e il dove, il perché e il come.

Dietro l’angolo arriva inesorabile la digitale che fa emergere una nuova figura nel mondo dell’informazione: è
il citizen journalist. Questo soggetto comincia a “competere” con il fotogiornalista di professione e, spesso, lo supera in quanto si trova nel posto giusto al momento giusto, a scapito dell’etica e del
“mestiere” del fotogiornalista.

Il professionista ritiene che la società editoriale, almeno quella dedita alle rappresentazioni e non dei fatti, trasforma l’informazione facendola diventare infotain m e nt (informazione-intrattenimento). La notizia viaggia quindi sul binario incerto degli eccessi e dei possibili abusi nell’utilizzo delle immagini?

Le immagini opportunamente “trattate” e i fotomontaggi vendono una posizione, sia essa politica, economica o sociale a tutto discapito della corretta e dei cittadini che ne sono i fruitori.

La notizia è «un fatto scelto e raccontato ai lettori, con un testo e con un titolo, una foto, un video, una voce e un suono». La notiziabilità di un fatto e la pubblicazione di articoli e fotografie che lo raccontano e testimoniano, deriva dunque dalla compartecipazione di due prospettive diverse, quella culturale e quella pratica.

Fonti varie

  • Society  of  Professional  Journalists,  1996,  Code  of  Ethics,
  • Morris John G., 2000, Sguardi sul ‘900. Cinquant’anni di fotogiornalismo,
  • Lester Paul Martin, 1991, Photojournalism: An Ethical Approach, Hillsdale, New Jersey, Lawrence Erlbaum Associated Inc,
  • Freund  Gisèle,  1974,  Photographie  et  société,  trad.  it.  di  L.  Lovisetti  Fuà,  1976,
  • Faas  Horst  and  Fulton  Marianne,  How  the  Picture  Reached  the  World.
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