Gli effetti sulla salute bevendo il caffe’ decaffeinato
Gli effetti sulla salute bevendo il caffe’ decaffeinato

Gli effetti sulla salute bevendo il caffe’ decaffeinato

La raccomandazione della Food and Drug Adminstration di « […] evitare se possibile i cibi, le e i medicinali che contengono caffeina, o comunque consumarli solo raramente».

Molti ricercatori sconsigliano il decaffeinato, cioè quello contenente meno del 0,1% di caffeina, rimarcando l’uso di solvente tossico per eliminare la caffeina, del quale rimarrebbero tracce, che tuttavia per legge dovrebbero non essere sopra una soglia minima, comunque considerata dai medesimi detrattori troppo alta (es. etilmetilchetone: 20 mg/kg; se subisce reazioni di condensazione, forma dei veleni).

In realtà molte aziende utilizzano dei metodi di produzione del decaffeinato che non necessitano di alcun solvente realmente tossico, e che quindi si possono considerare sicuri (salvo il contrario).

Già verso la fine del XVI secolo i botanici incominciarono ad analizzare le proprietà della bevanda. Dopo Rauwolf, nel 1713, il botanico francese Antoine de Jusseieu realizzò una delle più significative pubblicazioni scientifiche sull’anatomia del caffè.

A coloro ai quali l’uso del caffè provoca troppo eccitamento – può provocare in soggetti predisposti episodi di tachicardia sinusale, quindi cardiopalmo, oppure insonnia – viene consigliato di astenersene o di usarlo con moderazione; l’effetto potrebbe anche essere corretto mescolandovi un po’ di oppure orzo tostato.

L’uso costante potrebbe neutralizzare gli effetti negativi del caffè su molte persone, ma potrebbe anche nuocere, essendovi dei temperamenti tanto eccitabili da non essere correggibili. Pellegrino Artusi sosteneva che l’uso del caffè dovesse essere proibito ai più giovani.

Secondo il medico Paolo Mantegazza, patologo e igienista, il caffè, contrariamente a quello che comunemente si pensa, «…non favorisce in alcun modo la digestione»; tuttavia può essere fatta una distinzione: il criterio può essere riferito a coloro ai quali il caffè non provoca eccitazione particolare, mentre per coloro che sono sensibili alla bevanda, può portare la sua azione anche sul nervo pneumogastrico con effetto stimolante sulla digestione.

Preso alla mattina a digiuno, una tazzina di caffè, cioè 10 cL di caffè, e un cucchiaino di zucchero, apportano all’organismo 45 calorie in totale.

Prima di mettersi in viaggio il caffè non è consigliato, se non dopo aver mangiato. Infatti è uno stimolante e facilita l’attenzione, ma favorisce anche un’ipersecrezione gastrica fastidiosa, soprattutto a stomaco vuoto.

Il caffè mescolato al latte bollente (il famoso cappuccino) ha la proprietà di bloccare l’appetito. Questo perché, con la , l’acido tannico del caffè si combina con la caseina del latte, dando luogo al tannato di caseina, composto difficile da digerire.

Agli acidi clorogenici presenti nel caffè sono attribuiti effetti sul metabolismo del glucosio, perché si è visto in vitro che sono inibitori di un’eccessiva produzione degli enzimi α-glucosidasi e glucosio-6-fosfatasi, che attivano la conversione di non-carboidrati e glicogeno in glucosio, suggerendo che possa modificare l’assorbimento del glucosio nell’intestino tenue.

Il glucosio viene immesso nel sangue, portato ai muscoli e per la parte in eccesso accumulato in molecole di grasso.

Alcuni studi sull’uso moderato di caffè decaffeinato senza zuccheri, mostrano una riduzione del rischio di diabete di tipo 2. Sono noti derivati dell’acido clorogenico che sono antiossidanti e agenti ipoglicemici.

Queste proprietà antiossidanti, preventive del diabete, sono associate in particolare al caffè verde che contiene una più alta concentrazione di questi acidi e, diversamente dal caffè tradizionale, che viene tostato, non perde tale valore nutrizionale.

Al consumo moderato di caffè è stato associato a una riduzione del rischio di insorgenza del cancro del colon-retto, del carcinoma della bocca, del carcinoma epatocellulare e del cancro alla prostata.

Fonte : Wikipedia

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V I S I B I L I T A’ ARTICOLO NEI MOTORI DI RICERCA

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