Gran Bretagna, Inflazione ai massimi in 10 anni
Gran Bretagna, Inflazione ai massimi in 10 anni

Gran Bretagna, Inflazione ai massimi in 10 anni

La Bank of England (BoE) potrebbe presto alzare i tassi d’interesse in Gran Bretagna. I prezzi nel Regno Unito sono infatti saliti e l’inflazione ha raggiunto il suo livello più alto da dieci anni a questa parte.

Di Vasso Ioannidou, Professoressa di Finanza alla Bayes Business School:

“Il rialzo dei tassi d’interesse della Banca d’Inghilterra è inevitabile mentre l’inflazione raggiunge il livello più alto in Gran Bretagna da un decennio a questa parte. Tassi d’interesse più elevati permetteranno di ridurre la domanda di beni e controlleranno i prezzi.

Questa settimana l’indice dei prezzi al consumo è salito dal 3,1% al 4,2%, poiché l’impatto dell’aumento dei prezzi di , carburante e generi alimentari ha pesato sulla spesa. Questo aumento sta arrivando prima del previsto e l’inflazione è stimata in al 4% nei prossimi dodici mesi.

Sulla base degli ultimi dati, il tasso d’inflazione del 4,2% è il doppio di quello previsto nelle proiezioni della Banca d’Inghilterra. È probabile che l’inflazione aumenti ulteriormente nei prossimi mesi, facendo immaginare quindi che la Banca d’Inghilterra aumenterà i tassi di interesse molto rapidamente.

L’aumento dell’inflazione implica una perdita di potere d’acquisto, poiché i consumatori possono permettersi meno beni o servizi con la stessa quantità di denaro. La perdita del valore reale del reddito disponibile, attualmente stimata intorno al 7%, combinata con gli aumenti della tassazione, è significativa.

L’attuale aumento è dovuto in gran parte all’aumento dei costi del carburante e a un aumento a due cifre dei prezzi dell’energia. Questo colpisce maggiormente le famiglie a basso reddito, poiché le spese di trasporto e di riscaldamento rappresentano generalmente una porzione maggiore del loro budget.

Rispetto a un anno fa, i prezzi del gas in Gran Bretagna sono aumentati di quasi il 30%, l’elettricità di quasi il 19%, la di oltre il 22,5% e i prezzi degli alimenti di quasi l’1,5%.

La mancanza di offerta dovuta alla carenza di manodopera ha avuto anche un impatto sull’inflazione. Questa situazione è peggiorata dopo l’iniziale aumento della domanda durante la pandemia e i produttori hanno ora difficoltà a prevedere se la domanda di certi prodotti tenderà ad aumentare o a diminuire.

Mentre l’inflazione può avere un impatto negativo sui portafogli dei consumatori, porterà ad una minore domanda dei consumatori e a una riduzione del livello d’indebitamento delle famiglie e delle imprese dopo un lungo periodo di bassi tassi di interesse.

Qualsiasi aumento dei tassi d’interesse contribuirà a ridurre la domanda e a controllare il livello generale dei prezzi. Ci sono, naturalmente, preoccupazioni perché le imprese e le famiglie sono fortemente indebitate dopo un lungo periodo di bassi tassi di interesse.

Un aumento solleva anche preoccupazioni per un calo del valore delle azioni. I tassi d’interesse molto bassi dell’ultimo decennio hanno contribuito ad alimentare i continui rally del mercato azionario, mentre forti aumenti in futuro potrebbero portare a un arresto improvviso e persino a una correzione del mercato. Questa è una preoccupazione sia per gli investitori individuali che per quelli istituzionali, che hanno investimenti significativi nei mercati azionari”.

Contatto stampa
Giulia Gandolfi, PPOOL media – communications

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