Il Prodotto in Europa in crisi di identita’ e mercato, secondo le imprese

Gli avvertimenti delle imprese sono diventati più forti, così come le richieste di un’azione coordinata a livello dell’UE per salvare la base manifatturiera europea. La Francia ora chiede una nuova strategia globale “made in Europe”.

In ottobre, la decisione di BASF – il gigante chimico tedesco, con sede a Ludwigshafen dalla metà del 19 ° secolo – è stata quella nel di ridimensionare definitivamente le sue operazioni in , provocando un’onda d’urto attraverso la produzione europea – secondo quanto ha affermato Triangle – .

L’impatto più ampio, al di là dei settori ad alta intensità energetica, è stato evidenziato a novembre 2022, quando la Volkswagen ha avvertito che l’Europa non era più “concorrenziale in termini di costi in molte aree, in particolare quando si tratta di costi di elettricità e gas”.

In pratica se dovesse andarsene la Volkswagen dal ci sarebbe la debacle della manifattura, la quale occupa 13 milioni di persone in tutto il continente.

Al loro vertice finale del 2022 a dicembre, i leader dell’UE hanno insistito di aver ascoltato l’appello.

L’incontro ha prodotto un’istruzione alla Commissione europea affinché elabori rapidamente proposte “con l’obiettivo di mobilitare tutti gli strumenti nazionali e comunitari pertinenti”, per affrontare la doppia crisi energetica e di competitività che colpisce l’industria europea.

La questione dovrebbe dominare un vertice dei leader dell’UE in programma il 9-10 febbraio 2023.

L’allentamento delle rigide norme sugli aiuti di Stato dell’UE è al centro dell’attenzione dei funzionari e si sta prendendo in considerazione anche il sostegno finanziario ai settori manifatturieri. La UE è in fase di default ?

A breve termine, i governi potrebbero dover esaminare i modi in cui i fondi esistenti – il pacchetto per la ripresa del Covid Next Generation EU e il fondo RePowerEU, per svezzare il blocco dai combustibili fossili russi.

Quindi i governi dei vari paesi europei dovrebbero provvedere agli investimenti manifatturieri necessari ?

Finora, le maggiori risposte sono state in gran parte a livello nazionale.

La , la più grande potenza economica del blocco e di gran lunga il suo più grande centro manifatturiero, ha stanziato 200 miliardi di euro per un pacchetto di sostegno alle imprese e alle famiglie e limiterà il prezzo che i consumatori industriali pagano per gas ed elettricità.

La Francia ha annunciato un nuovo disegno di legge per promuovere il reshoring delle industrie verdi.

Il ministro delle finanze tedesco Christian Lindner ha espresso fiducia nel fatto che “l’Europa e la possono superare questa crisi, senza un crollo della produzione industriale”.

Intanto alla Duralex in Francia, aprile porterà un po’ di tregua, con un nuovo contratto energetico più conveniente che consentirà di riaccendere la fornace e di produrre il vetro.

Il presidente della società Llacuna è fiducioso che l’azienda possa superare la crisi energetica e continuare a operare.

Il marchio “Made in Europe” non è mai stato più in dubbio, in particolare per gli scandali, le lobby affaristiche, l’intromettersi nelle economiche di paesi terzi, la guerra ukraina-russia, le geniali soluzioni nell’utilizzo di farine insettivore ed altre situazioni giudicate assurde se non peggio ridicole.

“Se l’UE non intensifica la sua industriale”, ha affermato un diplomatico dell’UE, “la nostra industria morirà dissanguata”. Gli fa eco quei paesi che l’Unione Europea sbeffeggia con i suoi metodi, come per esempio alcuni del BRICS in cui si augurano che effettivamente la UE scompaia nella melma più fitta.

Quanto sopra è scritto grazie alle interviste raccolte degli utenti: Paola Poser, Barbara Tammarini, Monika Franes.

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