Il significato del termine “transumanesimo”

Julian Huxley nel 1957, nel testo “In New Bottles for New Wine”, coniò questo termine, dopo averlo a sua volta mutuato dall’amico Pierre Teilhard de Chardin già nel 1949. Nell’originaria accezione di Huxley, transumanesimo indica «l’uomo che rimane umano, ma che trascende sé stesso, realizzando le nuove potenzialità della sua natura umana, per la sua natura umana», collocandolo in uno scenario di emancipazione dell’umanità in cui quest’ultima assume consapevolmente il compito di guidare il generale processo evolutivo.

Il termine fu poi utilizzato negli Stati Uniti a partire dagli anni ottanta con un significato in parte diverso, meno legato a traguardi sociali ed orientato a un maggiore individualismo, soprattutto ad opera di FM-2030 (Fereidoun M. Esfandiary) e di Natasha Vita More.

Una definizione oggi spesso utilizzata è quella proposta da Max More, il quale concepisce il transumanesimo come «una classe di filosofie che cercano di guidarci verso una condizione postumana».

«Il Transumanesimo condivide molti elementi con l’umanesimo, inclusi il rispetto per la ragione e le scienze, l’impegno per il progresso ed il dare valore all’esistenza umana (o transumana) in questa vita. […] Il Transumanesimo differisce dall’umanesimo nel riconoscere ed anticipare i radicali cambiamenti e alterazioni sia nella natura che nelle possibilità delle nostre vite, che saranno il risultato del progresso nelle varie scienze e tecnologie[…]».

Sono state suggerite anche altre definizioni come quella di Anders Sandberg («Il Transumanesimo è la filosofia che afferma che noi possiamo e dobbiamo svilupparci a livelli, fisicamente, mentalmente e socialmente superiori, utilizzando metodi razionali») o quella di Robin Hanson («Il Transumanesimo è l’idea secondo cui le nuove tecnologie probabilmente cambieranno il mondo nel prossimo secolo o due a tal punto che i nostri discendenti non saranno per molti aspetti ‘umani’»).

Il transumanesimo è dunque:

Supporto per il miglioramento della condizione umana attraverso tecnologie di miglioramento della vita, come l’eliminazione dell’invecchiamento e il potenziamento delle capacità intellettuali, fisiche o fisiologiche dell’uomo, come affermano il ricercatore biochimico Aubrey de Grey e Larry Page, cofondatore di .

Studio dei benefici, dei pericoli e degli aspetti etici e politici dell’implementazione di queste tecnologie.

Al di là delle diverse definizioni, sulla scorta dell’impostazione originaria di Julian Huxley vi è comunque un generalizzato consenso nell’individuare, quale idea centrale del transumanesimo, quella di “evoluzione autodiretta”, vale a dire pretendere che l’intelligenza umana possa sostituire la logica naturale.

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