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L’emergenza Sars-Cov2 – dal 2019 limita la circolazione dei cittadini nel mondo con dispositivi specifici e vaccini.
Da recente il governo italiano intenderebbe restringere il campo ai non-vaccinati anche sui beni di prima necessità, decidendo cosa possono acquistare in un supermercato.
Pertanto chiariamo il concetto del diritto nell’acquisto di ‘beni di prima necessità’ in cui si fa riferimento ad un’ampia gamma di prodotti, i quali appartengono a differenti categorie merceologiche:
prodotti alimentari (cibi e bevande);
farmaci, prodotti medicinali e ortopedici;
quotidiani e ticket per usufruire dei mezzi di trasporto;
combustibile per uso domestico (es. legna o pellet);
carburante;
prodotti per l’igiene personale e per la pulizia domestica;
articoli per l’illuminazione e manutenzione della casa;
prodotti per la cura e l’igiene degli animali;
ricariche e schede telefoniche.
Nel caso che il governo non fornisse quanto sopra ai cittadini non-vaccinati verrebbe a mancare, in modo dignitoso, la propria esistenza.
Il benessere e il progresso tecnologico hanno fatto aumentare notevolmente l’elenco delle merci considerate indispensabili.
Basti pensare che fino a qualche decennio fa i prodotti di telefonia non rientravano in questa lista e che, quasi 30/40 anni fa, neanche il cibo per animali era considerato un bene primario.
Insieme ai beni di prima necessità che vanno sempre garantiti, ci sono altrettanto i servizi indispensabili che devono essere ugualmente tutelati:
servizi bancari e finanziari;
servizi assicurativi;
uffici postali;
centri per l’impiego;
uffici comunali e regionali;
servizio di lavanderia e tintoria;
pompe funebri.
Fonte : https://www.lalegge.net/quali-sono-i-beni-di-prima-necessita/
