L’Italia dipende quasi integralmente dalle produzioni estere (importando il 95,5% del fabbisogno nazionale).
La maggior parte dell’elettricità proviene dal gas naturale (41,8%), quindi la produzione italiana è in grado di contribuire al 3-4% circa, mentre il resto del gas naturale deve essere importato dall’estero e, in special modo, Russia, Algeria e Azerbaigian (gasdotto TAP).
La domanda primaria del mercato italiano è pari a 143,5 milioni di tonnellate equivalenti di
Le fonti rinnovabili, cioè la somma di biocombustibili, idroelettrico, solare ed eolico coprono il 19,4% del fabbisogno energetico nazionale. Nello specifico, i biocombustibili sono in testa con il 10,2%, seguiti da solare ed eolico (complessivamente 6,5%) e idroelettrico (2,7%).
Il primo Paese fornitore sino al gennaio 2022 era la Russia con il 43% circa del totale, seguita dall’Algeria al 18,5%, Libia e Nord
L’estrazione di gas non è però una pratica che si può avviare subito perché ci vorranno diversi anni e tecnologie adeguate.
Nel sottosuolo italiano ci sono circa 1,5-1,8 miliardi di barili di petrolio e 350 miliardi di metri cubi di gas naturale.
Per quanto riguarda il gas, le riserve certe sono comprese tra i 70 e i 90 miliardi di metri cubi.
Le stime del MISE, riferite al 2021 parlano di 3,34 miliardi di metri cubi di gas naturale estratto, a fronte di un consumo complessivo di 76,1 miliardi di metri cubi (2021).
Quei 3,34 miliardi di metri cubi di gas naturale sopra indicati vengono estratti da 1298 pozzi, ma di questi soltanto 514 sono utilizzati mentre i restanti 752 non sono impiegati.
Gli idrocarburi in Italia sono distribuiti entro terra, lungo la penisola, ed in mare.
L’Italia necessita di 70 miliardi metri cubi all’anno, quindi nei prossimi anni si potrà raggiungere una produzione annua sui 10 miliardi di metri cubi., ma l’incremento non abbasserà il costo del metano al distributore.
Questa analisi è stata possibile con le seguenti fonti: MISE / UNMIG / GEOPOP