Italia, Strategia Nazionale: Draghi contro la discriminazione LGBT; FDi insorge
Italia, Strategia Nazionale: Draghi contro la discriminazione LGBT; FDi insorge

Italia, Strategia Nazionale: Draghi contro la discriminazione LGBT; FDi insorge

Nel 2021 il premier Mario Draghi aveva difeso l’indipendenza del parlamento italiano di fronte alle obiezioni formali del Vaticano, a una proposta di legge che oggi ha esteso tutele contro la discriminazione alla comunità .

“Il nostro è un Paese laico”, ha detto Draghi in un discorso al Senato. “Pertanto, non è uno stato religioso”.

Molti italiani sui social hanno espresso preoccupazione e indignazione per l’interferenza del governo Draghi in questi giorni, considerando le elezioni avvenute in cui adesso il popolo si è espresso per un governo legittimo di centro-destra.

Si legge su ILgiornale.it : La responsabile Pari opportunità Isabella Rauti ha parlato di una questione di metodo: “Giudico grave che il governo uscente presenti una strategia nazionale pluriennale alla vigilia della nascita di nuovo esecutivo e di un nuovo Parlamento”. Anche Eugenia Roccella non ha lesinato critiche al premier uscente. Per l’ex portavoce del Family Day, neo eletta con FdI, si tratta di una mossa scorretta e insensata: “La strategia nazionale serve ad applicare in Italia le norme Ue, varate nel 2020. Il governo ha avuto 2 anni di tempo, farlo ora, a pochi giorni dall’avvicendamento, è solo una trovata pubblicitaria, perché non si possono prendere impegni per il governo successivo”. Ma il partito della Meloni ha le idee chiare: il piano sarà ritoccato. “Ricominceremo tutto da capo, con la nostra linea”, la conferma di Roccella.

La Strategia Nazionale Lgbt è un documento del Dipartimento delle Pari Opportunità per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni, basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.

Il testo recepisce la Raccomandazione CM/Rec (2010) 5 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa. E prevede quattro punti di intervento:

1. educazione e istruzione, in particolare la prevenzione e il contrasto dell’intolleranza e della violenza e del bullismo omofobico e transfobico;

2. , per ciò che attiene la discriminazione nell’accesso al e le condizioni di , differenziando tra la situazione di persone gay e lesbiche rispetto a quella delle persone transessuali e transgender;

3. sicurezza e carceri, in relazione alla sicurezza e alla protezione dalla violenza delle persone LGBT e alla prevenzione e contrasto dei “crimini d’odio”;

4. e comunicazione per il contrasto degli stereotipi e dei pregiudizi nella rappresentazione delle realtà LGBT.

Tra le altre cose, la strategia prevede i congedi parentali per i genitori same sex e gli incentivi alle aziende che assumono persone transgender. Ma anche l’inserimento nei contratti collettivi di lavoro di norme anti-discriminatorie, per gli omosessuali.

Per gli atenei è previsto il “doppio libretto” universitario per transgender. Ma anche corsi di formazione per poliziotti e agenti di pubblica sicurezza, misure di contrasto agli «effetti negativi dei “trattamenti di conversione” (le cosiddette teorie riparative)» per i minori Lgbt+ .

Due anni fa il Vaticano dopo che Draghi aveva fatto affermazioni di quel tipo si era espresso in modo negativo ed il segretario di Stato aveva consegnato una comunicazione formale contro la proposta di legge.

La lettera indicava la preoccupazione del Vaticano sulla legge perché limitava il diritto dei cattolici di esprimere le proprie convinzioni religiose, come garantito dai trattati che stabiliscono le relazioni diplomatiche tra l’Italia e il Vaticano.

Rilevava che la legge richiedeva alle scuole cattoliche, come le loro controparti pubbliche, di organizzare attività in una giornata nazionale per combattere l’omofobia e la transfobia.

Draghi, invece, pur avendo ricevuto un’educazione gesuita, ha sottolineato che il processo legislativo italiano aveva le protezioni necessarie per garantire che qualsiasi legge rispettasse sia la costituzione italiana che qualsiasi accordo internazionale.

Draghi aveva anche sottolineato che l’Italia è stata tra le 16 nazioni europee che hanno espresso la loro disapprovazione per la nuova legge ungherese anti-LGBT, la quale vieta le rappresentazioni dell’omosessualità e la ri-assegnazione del sesso nei materiali educativi scolastici e nei programmi TV, per i minori di 18 anni. I critici affermavano che la legge ungherese collegava ingiustamente l’omosessualità alla pedofilia.

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