La gestione Italiana del gran numero di migranti e richiedenti asilo

Alla fine di questo mese il PdC Meloni incontrerà, salvo ultim’ora, i vertici UE per sollecitare solidarietà concreta da parte dei colleghi leader delle nazioni, nella gestione del gran numero di e richiedenti asilo che arrivano nei paesi sulla sponda del Mediterraneo, tra cui Grecia , Cipro, Malta e Spagna, nonché Italia.

Il problema parte da molto lontano, almeno da 10/12 anni ad ora, con accordi e regole, zone marittime di confine da gestire e quanto altro. I governi italiani hanno addestrato ed equipaggiato la guardia costiera libica, ma i trafficanti dietro le reti di contrabbando continuano ad operare in Libia, tra fazioni politiche e militanti in lotta.

L’Organizzazione internazionale per le migrazioni e i gruppi umanitari affermano che i passeggeri, le cui navi vengono respinte dalla guardia costiera libica, spesso vengono riportati nei campi di detenzione, dove sono a rischio di abusi, compresa la tortura, fino a quando le loro famiglie non raccolgono abbastanza soldi per consentire ai di partire di nuovo via mare.

Nel 2022, circa 105.000 migranti hanno raggiunto l’Italia via mare. Dall’inizio di quest’anno al 10 marzo ne sono arrivati ​​circa 17.600, di cui alcune migliaia sbarcate nei porti italiani negli ultimi giorni.

Quel numero é circa il triplo per lo stesso periodo di tempo in ciascuno dei due anni precedenti, anche se la pandemia ha portato a un minor numero di viaggi in mare.

Analizzando i dati dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, si evince che circa mezzo milione di persone ha attraversato -o tentato- il Mediterraneo verso l’Europa, dal 2019. Di queste, 8.468 persone sono o sono scomparse nel Mediterraneo.

In , le tragedie umanitarie e la difficile situazione delle persone in fuga dalle persecuzioni, in paesi come l’Afghanistan e la , spesso passano in secondo piano rispetto alla retorica populista sul sovraffollamento, la perdita dell’identità nazionale e il costo degli alloggi per i migranti.

Di tanto in tanto, però, un disastro come l’affondamento del 26 febbraio al largo della spiaggia di Cutro, nel sud Italia, focalizza di nuovo brevemente le menti e così viene ricordato dai politici opposti al governo che i respingimenti sono illegali ai sensi del diritto internazionale e dell’Unione europea, in quanto violano il diritto di chiedere asilo e il principio legale che vieta il ritorno di chiunque in un luogo in cui rischierebbe persecuzione, tortura o minaccia mortale.

Nel 2013, al largo dell’isola italiana di Lampedusa, morirono oltre 300 persone, in cui i piani efficaci e legalmente validi si sono frantumati in chiacchiere soprattutto perché gli ingressi non autorizzati nel blocco, che nel 2022 erano 330.000, hanno raggiunto il massimo in diversi anni, da quella data, cioè tutto il tempo necessario per concretizzare progetti o far finta.

La Gran Bretagna, dove il ministro dell’Immigrazione Suella Braverman usa termini come “invasione” e “basta abbastanza”, sta ora cercando di far passare la legislazione a un ritmo molto più rapido per impedire a migliaia di persone di attraversare la Manica dalla Francia.

In tutto questo ha perso la vita anche una giocatrice della nazionale di calcio pakistana, morta in un naufragio di migranti al largo della costa meridionale italiana. Forse la notizia è sfuggita, ma è importante ricordarne la memoria, soprattutto perché ha intrapreso il viaggio per trovare cure mediche per il figlio disabile di 3 anni perché in gli ospedali gli avevano consigliato di andare in Occidente.

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