Le risorse del PNRR

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è il documento che illustra le proposte di allocazione delle risorse derivanti dal Next Generation EU (NGEU), il piano europeo da 750 miliardi che i Paesi membri utilizzeranno per la ripresa delle economie nazionali, gravemente provate dagli effetti della pandemia di Covid-19.

Le quote del Next Generation EU sono state ripartite non solo in base a proporzionali come la numerosità della popolazione dei vari Paesi, ma anche in base a elementi perequativi come la perdita di Pil dovuta alla crisi economica, con l’intento di offrire alle economie maggiormente “provate” dalla pandemia uno strumento per una ripartenza effettiva
Il Next Generation EU, evoluzione dell’iniziale progetto di un fondo di ripresa (Recovery Fund), si articola in un dispositivo principale, noto come Recovery and resilience facility (RRF) – che rappresenta il 90 per cento dell’importo – e una serie di Fondi ulteriori – di cui il più importante è il React-Eu – che compongono il restante 10 per cento.

Da dove arrivano le risorse
Dei 750 miliardi a disposizione, il solo strumento RRF ammonta, dunque, a oltre 672 miliardi di euro, che saranno reperiti attraverso l’emissione di titoli obbligazionari. Il debito sarà garantito in solido dagli Stati.

Per quanto riguarda l’Italia, questo strumento garantirà risorse per 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021-2026, delle quali 68,9 miliardi saranno sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 miliardi saranno finanziamenti in forma di prestiti a tassi agevolati
Inoltre, con il Decreto Legge 6 maggio 2021, n. 59, è stato approvato il Piano nazionale per gli investimenti complementari, “finalizzato ad integrare con risorse nazionali gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza per complessivi 30.622,46 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026”.

In questo modo, le risorse complessive per investimenti legate al PNRR ammontano a un totale di circa 222,1 miliardi di euro.

Per tornare alla domanda su cosa sia il PNRR, si potrà ora comprendere il significato della seguente definizione: si tratta del Piano nazionale che ha come principale contenuto l’illustrazione dei criteri di allocazione e destinazione delle risorse in arrivo dall’Europa.

Come evidente nel nome, il Next Generation EU contiene non solo una ripartizione di risorse, ma una vera e propria immagine di futuro per la prossima generazione europea, disegnata intorno ai concetti di transizione a una circolare e sostenibile, compimento della rivoluzione digitale, superamento delle iniquità territoriali, sociali e di genere.

Si tratta di grandi cambiamenti, enunciati in forma precisa nel RRF, che ha indicato 6 aree di intervento, denominate pilastri, su cui dovranno essere incentrati i PNRR degli Stati. Tali pilastri sono:

Transizione verde
Trasformazione digitale
Crescita intelligente, sostenibile e inclusiva
Coesione sociale e territoriale
Salute e resilienza economica, sociale e istituzionale
Politiche per le nuove generazioni, l’infanzia e i giovani
I principi alla base della strategia europea dell’era post-Covid sono tradotti nei tre assi trasversali indicati dal nostro PNRR: Digitalizzazione e innovazione (cui sarà destinato il 27 per cento dei 191 miliardi provenienti dal RRF), Transizione ecologica (40 per cento) e Inclusione sociale (40 per cento, da utilizzarsi tra l’altro per lo sviluppo dell’economia del Mezzogiorno).

Il PNRR è articolato in 16 componenti (settori di intervento), raggruppati in 6 Missioni che, sebbene in un ordine e con etichette differenti, riproducono nella sostanza i 6 pilastri del RRF. Tali Missioni sono:

Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo;
Rivoluzione verde e transizione ecologica;
Infrastrutture per una mobilità sostenibile;
Istruzione e ricerca;
Coesione e inclusione;
Salute.

Fonte
openbdap.mef.gov.it/it/Home/PNRR

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