Similia similibus curantur, i simili si curano con i simili. Sembra una formula magica e forse lo è. Ma è anche il principio fondamentale su cui si basa l’omeopatia, che cura utilizzando sostanze di origine minerale, vegetale o animale dette “rimedi”, che normalmente, in un organismo sano, provocano i sintomi tipici della malattia. Si utilizzano dosi piccolissime o infinitesimali della sostanza, le cosiddette “diluizioni”, che possono essere decimali (indicate con DH), centesimali (CH) o addirittura cinquanta millesimale (LM). Diluizioni meno usate sono le millesimali (M) e le deca millesimali (XM). Per esempio, la diluizione 1CH si ottiene prendendo 1 grammo di sostanza e diluendola in 99 grammi di solvente.
Le successive diluizioni centesimali (2 CH, 5 CH ecc.) si ottengono da un 1cc della soluzione così ottenuta e 99 cc di solvente. Nelle diluizioni decimali il rapporto è invece di 1 a 9.
L’altro aspetto importante è la dinamizzazione o succussione. Ad ogni diluizione la soluzione ottenuta è sottoposta a 100 scuotimenti dall’alto verso il basso, la cui funzione è quella di dare
Qualche esempio di come funziona l’omeopatia? Il veleno d’ape o Apis: la puntura dell’insetto provoca allergie, eritemi, prurito; il veleno d’ape come rimedio omeopatico si usa per l’orticaria, l’eritema solare, le allergie. O anche la cipolla o Allium cepa: tagliare
L’omeopatia fu inventata agli inizi dell’Ottocento da Hahnemann, un medico tedesco. Egli scoprì che il chinino, allora unico farmaco contro la malaria, a dosi elevate provocava febbri del tutto simili alla malattia che curava. L’intuizione fu immediata: si può curare una malattia utilizzando le stesse sostanze che la provocano, naturalmente in dosi piccolissime, appunto omeopatiche.
Similia similibus curantur. Appunto.
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