Mercato Tessile-Abbigliamento 2022, in aumento prezzi materie prime

Il cotone ha registrato un aumento tendenziale dell’89,5% in valuta europea, questo nel primo quadrimestre del 2022.

Un aumento dei prezzi delle materie prime della filiera T&A, che si è fortemente accentuato a partire dal periodo estivo dell’anno scorso.

Dopo i rincari già archiviati nei mesi precedenti, in settembre l’indice sintetico SMI presenta una crescita del +36,2% in euro (+36% in US$) rispetto allo stesso mese del 2020.

Il cotone – come certifica l’indice A di Cotton Outlook – ha registrato un aumento tendenziale e secondo l’ICAC (International Cotton Advisory Committee), la produzione mondiale di cotone aumenterà del +6% nella stagione 2022.

I prezzi sono previsti oscillare tra gli 82 cents di US$ per libbra e i 127 cents, con un midpoint a 101,6 cents/libbra; il prezzo si manterrà dunque su valori alti, che non si registravano da febbraio 2012.

Se si considerano alcune tipologie di cotone importate in Italia, le rilevazioni della Camera di Commercio di Milano mostrano che il prezzo del cotone USA Pima è cresciuto del 111,1% ,rispetto al mese di aprile 2021. Segue il cotone proveniente dall’Asia Centrale, con un +80% e infine quello proveniente dalla Grecia con un +56,8%.

L’andamento del prezzo delle lane indica, secondo l’indice Awex Eastern, un mese di aprile con una crescita del 10,5% in euro rispetto ad aprile 2021.

Le fibre sintetiche, comprese diverse tipologie di poliestere, nylon e acrilico, evidenziano un incremento su base annua del 22,5%, mentre quelle artificiali (aggregato SMI in cui sono comprese diverse tipologie di viscosa) del +13,2%, sempre in euro.

Il Presidente di SMI Sergio Tamborini commenta: “Il continuo e, per ora, inarrestabile rialzo dei prezzi delle materie prime così come delle fonti di (elettrica e termica) sta mettendo sotto pressione l’intera filiera del tessile-abbigliamento. Rialzi di questo livello (in alcuni casi su taluni prodotti si parla di rincari di 3-4 volte rispetto ai valori pre-pandemia) non possono non riflettersi in un immediato aumento del valore dei prodotti e delle trasformazioni, in particolar modo nelle aziende a monte della filiera. Molte di queste realtà sono aziende di modeste dimensioni e con bilanci già “fragili”, non in grado di assorbire questi aumenti. L’impossibilità o anche solo la difficoltà di procedere con questi aumenti, pur nel rispetto della logica del libero mercato, può mettere in difficoltà la tenuta della stessa filiera.

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