In Messico il crimine non si ferma davanti alla porta degli ospedali. Uccidere un ferito davanti a
Ma nell’entrare, secondo le prime testimonianze, uno sconosciuto si e’ avvicinato al paziente, ha tirato fuori una pistola e lo ha ucciso. Per evitare problemi, ha sparato anche ad un infermiere. Dopo di che e’ sparito.
Si tratta di fatti la cui dinamica e’ ben conosciuta.
Due settimane fa, e’ stato il turno dell’ospedale pubblico di Cosamaolapan, a Veracruz. Verso la tarda notte, due camionette si sono fermate davanti al centro ospedaliero. Un gruppo di 10 sicari e’ sceso. La meta’ ha affrontato le guardie di sicurezza e il resto si e’ diretto verso la stanza di Augustin Yescas Canela, ferito il giorno prima. Con calma, lo hanno ucciso a pugnalate.
Casi del genere se ne contano a decine e spesso terminano con una mattanza. Cosi’ come e’ accaduto cinque anni fa in un ospedale privato di Culiacan (Sinaloa). I sicari fecero irruzione e cominciarono a chiedere informazioni. Ebbero uno scontro a fuoco con cinque persone. Quattro erano estranei al loro regolamento di conti. Semplicemente erano li’ di passaggio quando gli assassini stavano cercando la loro vittima, ferito in una stanza.
La maggior parte di questi crimini si perdono nella voragine messicana. Solo alcuni riescono ad essere significativi nel tempo. Cosi’ e’ stato per la
(articolo pubblicato sul quotidiano El Pais del 26/10/2016)