NOZIONI STORICHE SU I VESTITI DI UN CAVALIERE TEMPLARE E NON
NOZIONI STORICHE SU I VESTITI DI UN CAVALIERE TEMPLARE E NON

NOZIONI STORICHE SU I VESTITI DI UN CAVALIERE TEMPLARE E NON

templare
templare

La vestizione di un Cavaliere del XII-XIII secolo iniziava, da quella che oggi definiamo biancheria intima. Era pressochè uguale per tutti i ceti sociali ed è rimasta praticamente invariata per secoli. LA BRAGA era il primo indumento indossato, allacciato alla vita con corda o fettucce, il tessuto era in canapa o lino. LA CALZA o CALZABRAGA, ricopriva tutta la gamba ed era allacciata alla Braga; il tessuto era di lana più o meno pesante; Poteva avere o no un piede. Sopra a questi, veniva indossata una TUNICA, in lino o canapa. E fin qui era uguale, pur nella differenza dei tessuti, per
tutti.
Per meglio proteggersi, indossava poi un giubbotto imbottito (quello che poi piu tardi diventera’ nel
sec xv il vero e proprio gambeson).
Sopra, una cotta di maglia detta usbergo chiamato con questo nome solo in epoca medievale, esso
è diretta evoluzione della classica cotta di maglia, di ben più antica origine: essa pare sia infatti
un’invezione di area celtica, presto adottata poi dai vicini Romani e da tutte le popolazioni di area
mediterranea. Nella sua forma medievale, chiamata appunto Usbergo, essa raggiunse dimensione sempre più considerevoli, arrivando a coprire parti del corpo che la cotta di maglia delle epoche più
antiche tendeva a proteggere con altre forme di armamento che nell’alto medioevo erano cadute in
disuso per motivi puramente tecnici o culturali.
L’Usbergo consisteva quindi in una lunga cappa di maglia ad anelli di ferro (anche questi nel tempo
subirono modifiche sia di dimensione che di spessore) che proteggeva efficacemente dai colpi
fendenti di arma da taglio, non altrettanto da ben assestati colpi di punta o contusioni. L’usbergo, a
causa della sua scarsa rigidità, non era infatti una difesa efficace contro i colpi più violenti e, per tale
motivo, veniva sempre vestito sopra una tunica imbottita … e infine una lorica con le insegne
araldiche. Guanti ad anelli di metallo completavano il tutto.
Successivamente si aggiungeranno nel XIII sec spallacci e schineri.
Per quanto riguarda i Templari, lasciamo stare per favore visioni più o meno Fantasy del loro abbigliamento. Troviamo nell’ordine 3 classi principali: Cavalieri, Cappellani e Sergenti. Poi ci erano gli Scudieri, i Fratelli di Mestiere, cioè gli artigiani, agricoltori, muratori, scrivani, etc. oltre ai Turcopoli, (sorta di Legione Straniera), mercenari arruolati fra gli autoctoni. Tutta questa guarnigione era distribuita in più dipartimenti: in Terra Santa (Gerusalemme, Terre di Gerusalemme, Tripoli, Antiochia, Cipro, Armenia) ed in (Germania, Francia, Inghilterra, Italia, Penisola Iberica e Ungheria). Il loro abbigliamento era stabilito in funzione di due criteri: la gerarchia dei Cavalieri Templari nell’Ordine del e la loro posizione geografica (per le condizioni climatiche). Ma, in generale e come vedremo più avanti, c’era una certa uniformità nell’abbigliamento e tutto era previsto nella loro bisaccia.

Le stoffe potevano essere rivestite internamente di pelle d’agnello o di montone ma mai con ricche e
comode rifiniture.ne borchie o fibbie dorate erano ammesse.
La loro divisa diviene ufficiale, senza tuttavia la croce patente rossa, a partire dal Concilio di Troyes e
fu ornato da questo tipo di croce nel 1145. C’è da notare dunque che Hugues de Payns, fondatore
dell’Ordine, non portò mai questa croce poiché morì nel 1136 quindi attenzione ragazzi quando
facciamo un figurino……
In una ottica di rigore, toccava al fratello drappiere evitare che gli invidiosi e i maldicenti avessero da
eccepire qualcosa sugli abiti del convento. Egli doveva vigilare scrupolosamente affinché gli abiti
stessi non fossero né troppo lunghi, né troppo corti, ma della giusta taglia di coloro che li dovevano
portare. Era in questo modo, e la regola lo ricorda, che si guadagnava la ricompensa di Dio; ciò che
colpisce nel testo è che questo valorizza la vita interna e quotidiana del Tempio: non c’erano né
piccole cose né umili compiti che non interessassero a e non tendessero al benessere e alla
salvezza di ciascuno. E allora si comprende meglio la sorta di orgoglio che si provava
nell’appartenere all’Ordine, anche solo in qualità di muratore o di pastore.
In funzione dei viaggi e delle minacce di guerra con i Musulmani, i Cavalieri Templari avevano un
guardaroba composto da numerosi elementi. Per l’abbigliamento, un “usbergo”: tunica a reticolo di
cuoio intrecciato, con le maniche e munita di un cappuccio che avvolge la testa e lascia scoperto
solo il viso. In seguito, l’usbergo verrà fabbricato in maglia di ferro. Quando il Cavaliere Templare
non lo indossava, lo metteva dentro un sacco di cuoio o dentro una rete fatta di maglia di ferro.
Esisteva anche il “giaco”, cioè una cotta senza maniche, che era più spesso assegnata ai fratelli
sergenti. Più leggero dell’usbergo, non prevedeva la protezione per le braccia. A ciò si aggiungeva
“un paio di brache di ferro”, gambali composti di maglia di ferro che si allacciavano dietro i polpacci al fine di proteggere la gamba ;le brache di ferro non avevano sempre l’avampiede Esisteva inoltre il “cappuccio da guerra” che consisteva in una protezione fatta di maglie fissate da allacciature, che racchiudeva la testa del fratello del tempio e ricadeva sulle spalle. Essa veniva posta sotto l’”elmo” o il “cappello di ferro”. Quest’ultimo era un casco dai bordi ribattuti, che chiudeva la testa ed era utilizzato talvolta al posto dell’elmo. Quest’ultimo poteva essere conico (durante il XII secolo) oppure piatto (fine XII ed inizio XIII secolo), e lasciava il viso scoperto nel XII secolo. Tuttavia, proteggeva la fronte, la testa, gli occhi, il naso e le guance. In seguito, l’elmo prende l’aspetto di un casco cilindrico. FONTE

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