Osservatorio su Liberta’ di stampa

E’ una situazione “difficile” o “molto grave” per la liberta’ di stampa in 72 Paesi (su 180 recensiti) quella che descrive oggi Reporters sans frontières nel suo rapporto 2017.
“Mai la liberta’ di stampa e’ stata cosi’ minacciata”, si allarma l’organizzazione portando ad esempio la proliferazione degli attacchi antimediatici, le false informazioni, la repressione e il trionfo degli “uomini forti” come Donald Trump o Recep Tayyip Erdogan.

La stampa e’ libera solo in una cinquantina di Paesi -in del nord, , Australia e al sud dell’Africa- secondo questo rapporto. RSF e’ preoccupata per un “rischio di grande degrado” della situazione della liberta’ di stampa, “essenzialmente nei Paesi democratici importanti”.
“L’ossessione della sorveglianza e del non-rispetto del segreto delle fonti contribuisce a far scivolare verso il basso il numero di Paesi considerati ieri come virtuosi: Usa (43mo. -2 posti), Regno Unito (40mo, -2 posti), Cile (33mo, -2 posti), o (13mo, -8 posti).
Un aggravamento della situazione per piu’ della meta’ dei Paesi
“L’arrivo al potere di Donald Trump in Usa e la campagna di Brexit in Regno Unito hanno offerto una cassa di risonanza ai “media bashing” e alle false notizie”, deplora RSF. E “dove il modello dell’uomo forte e autoritario trionfa, la liberta’ di stampa va indietro”.
Recedono anche la (54mo), che “strangola finanziariamente” la stampa indipendente di opposizione, l’Ungheria (71mo) di Viktor Orban e la Tanzania (83mo) di John Magufuli.
In (155mo, -4 posti), il presidente Recep Tayyip Erdogan ha “risolutamente preso la strada dei regimi autoritari” per diventare “la piu’ grande prigione al mondo per i professionisti dei media”. La Russia di Valmir Putin (148mo) resta anche ancorata ai posti bassi della classifica.
In Asia, le Filippine (127mo), guadagna 11 posti grazie ad un calo del numero dei giornalisti uccisi nel 2016, ma gli insulti e le minacce contro la stampa proferiti dal presidente Rodrigo Duterte lasciano presagire il peggio.
“Il declino delle democrazie da’ le vertigini”, commenta Christophe Deloire, segretario generale di RSF. Sei Paesi su dieci hanno registrato un aggravamento della loro situazione.
Come l’anno scorso, ai primi posti figurano i Paesi scandinavi (Norvegia, Svezia, , Danimarca) e agli ultimi l’Eritrea e la Corea del Nord, dove “ascoltare una radio che ha sede all’estero puo’ portare direttamente in un campo di concentramento”.
Tra i Paesi dove la stampa e’ piu’ attaccata, figurano e Bahrein, per “la galera ai giornalisti”, il Turkmenistan (178mo), “una delle dittature piu’ chiuse al mondo” e la (177mo), Paese dove muoiono piu’ giornalisti. Ci sono minacce anche in Uzbekistan, Azarbaijan, Vietnam, Laos, Cuba, Sudan e Guinea equatoriale. RSF denuncia anche il caso di diversi Paesi del Medio Oriente, come l’Iran (165mo) che imprigiona i suoi giornalisti “a decine” o li condanna alla frusta, pena praticata anche in Arabia Saudita (168mo), notoriamente contro il blogger Raif Badawi, condannato anche a dieci anni di prigione.

(da un lancio dell’agenzia AFP – France Press del 26/04/2017)

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