[Recupero] Ciclismo: Terapia del galleggiamento in vasca

La vasca di galleggiamento fu ideata nel 1954 dal dottor John Lilly durante lo studio sulla deprivazione sensoriale. All’epoca si stava indagando sulla possibilità che il cervello cessasse di funzionare in assenza di stimoli esterni, perciò Lilly trasformò la vasca in uno strumento che riduceva al minimo gli stimoli esterni, testandola su di esso. Egli però, non solo scoprì che il cervello non smetteva di funzionare, ma che il galleggiamento era in grado di infondere un’intensa sensazione di riposo. Mantenere questo stato a lungo però, poteva creare allucinazioni, ansia e depressione.

L’atleta americano Track & Field Carl Lewis ha usato le tecniche di visualizzazione in tank per prepararsi alla sua medaglia d’oro nel salto in lungo alle Olimpiadi di Seoul del 1988. Rebecca Rusch,  la sette volte campione del mondo di mountain bike, atleta ultra-endurance di 49 anni, ha provato alcuni round di terapia di galleggiamento presso la Red Bull HQ High Performance Gym di Santa Monica.

Uno studio del Journal of Strength & Conditioning Research ha rilevato che gli atleti che avevano frizionato quadricipiti e tendini del ginocchio con allenamenti pesanti su gambe hanno avuto livelli significativamente inferiori di lattato nel sangue dopo una sessione REST flottante di 60 minuti rispetto ai loro coetanei che si rilassavano senza serbatoio galleggiante.

Una meta-analisi di 27 studi tra cui circa 450 partecipanti ha rilevato che REST ha abbassato i livelli dell’ormone dello cortisolo, abbassato la pressione sanguigna e migliorato il senso di benessere. E in uno studio del 2014 su 65 persone affette da stress e / o dolori muscolari, coloro che sono stati sottoposti a 12 sessioni galleggianti hanno subito diminuzioni significative di stress, depressione, ansia e hanno riportato meno dolore e aumentato ottimismo e miglioramento della qualità del sonno rispetto a coloro che non hanno ricevuto terapia di galleggiamento.

La terapia consiste nell’immergersi nella vasca in vetroresina riempita con 25 cm d’acqua mantenuta costantemente a una di 34,8° C, in cui viene sciolto solfato di magnesio. Questa soluzione permette al corpo di galleggiare senza sforzo in pochi centimetri d’acqua ed essendo riscaldata a temperatura corporea, si perde la consapevolezza di dove inizia e finisce il nostro corpo. Inoltre la vasca è isolata acusticamente e si oscura in maniera graduale, annullando così gli stimoli esterni, e un sistema di ventilazione regola il continuo ricambio dell’aria.

Grazie all’isolamento sensoriale, la mente si rilassa perché il cervello si libera del costante impegno impiegato per la gestione degli stimoli esterni (circa l’85% del suo potenziale) e inizia a rilasciare grandi quantità di endorfine. La seduta dura circa un’ora.

L’effetto principale che il galleggiare è in grado di regalare è una profonda sensazione di riposo, pari a 5/6 ore di sonno. Il cervello, libero dagli stimoli esterni, rilascia una grossa quantità di endorfine e la nostra mente, priva di distrazioni, si abbandona a una condizione di totale relax. Oltre ad eliminare ogni forma di tensione e stress mentale, è stato dimostrato che il galleggiamento aumenti la produzione delle onde cerebrali Theta, che consentono il miglioramento della creatività, della concentrazione e della capacità di apprendimento.
La terapia del galleggiamento non solo apporta benefici psichici, ma anche fisici. L’azione del sale di magnesio permette di sciogliere contratture muscolari rilassando la muscolatura, è d’aiuto per le infiammazioni cutanee (eczemi, dermatiti, acne) e contrasta la cellulite. Inoltre cura anche il mal di schiena, dolori articolari, cervicali e cefalee.

La terapia acquatica è il cardine della terapia fisica e tutti sappiamo che le nostre articolazioni si sentono meglio in acqua quando siamo senza peso”, afferma lo specialista di medicina sportiva John-Paul H. Rue , MD, di Ortopedia e sostituzione congiunta al Mercy Medical Center di Baltimora , notando che l’ambiente oscuro e rilassante incoraggia anche a calmare la mente.

Controindicazioni
La terapia è sconsigliata ai pazienti con ferite aperte, che soffrono di ipertensione (la riduzione della pressione sanguigna potrebbe indurre allo svenimento) a soggetti affetti da epilessia e, per questioni igieniche, agli incontinenti e alle donne durante la fase mestruale.

 

Fonte

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