Religione, spiritualità e prelati; la storia non si puo’ cancellare
Religione, spiritualità e prelati; la storia non si puo’ cancellare

Religione, spiritualità e prelati; la storia non si puo’ cancellare

Nel l855 il Re piemontese firmò un decreto del Parlamento che sopprimeva gli Ordini contemplativi e gli Ordini mendicanti, cioè Francescani e Domenicani, con la motivazioni che questi Ordini religiosi erano ormai inutili, i loro membri non lavoravano, non producevano. Lo Stato risorgimentale poteva benissimo fare a meno di loro.
Nel 1861 si possono contare 70 vescovi rimossi dalla loro sede o incarcerati, centinaia di preti in prigione, 12.000 religiosi e suore che vivevano nel Sud appena annesso al Piemonte sbattuti fuori dai conventi. 64 sacerdoti e 22 frati fucilati, perlopiù in Meridione. Dopo la presa di Roma, si registrano ben 89 sedi vescovili vacanti in tutta Italia. I vescovi nominati dal Papa non possono prendere possesso delle loro chiese perchè lo Stato unitario lo impedisce.
Nel 1871 la sinistra liberale, allora all’opposizione, avrebbe voluto che la Chiesa fosse trattata come un’associazione privata, voleva cioè la nomina statale dei vescovi, si era già scordata di Cavour (una libera in libero Stato) ma la supremazia dello stato verso tutte le religioni, era contro indennizzi e assegni annui al Papa.
Prevalse così la via di mezzo della Legge delle guarentigie che regolò unilateralmente i rapporti con la Chiesa, riconoscendo l’autorità religiosa del Papa, concedendogli un assegno annuale e l’uso, ma non la proprietà, di Vaticano, Laterano e Castel Gandolfo, fissò l’assegno mensile (o congrua) per i membri del clero, il diritto (bontà loro) a nominare i vescovi in tutta Italia e non solo nel territorio dell’ex stato pontificio, rinunciando al loro giuramento di fedeltà al re. Il papa non era responsabile davanti alla giurisdizione penale italiana, poteva ricevere accreditati, disporre di una guardia, di telegrafo e di corrieri diplomatici.

FONTE (testo estratto da un articolo dal titolo –  A proposito del fervore nel sostenere il Dalai Lama (di N. Vox) –

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