Ruche’ di Castagnole Monferrato
Ruche’ di Castagnole Monferrato

Ruche’ di Castagnole Monferrato

Il suo nome ha etimologia incerta, tuttavia alcuni ipotizzano un legame in merito ai primi vigneti coltivati vicino a una chiesetta benedettina dedicata a san Roc (san Rocco), oggi non più esistente, che si doveva trovare nei pressi di Portacomaro o Castagnole Monferrato.

Il vitigno fu probabilmente importato durante il XII secolo da monaci cistercensi provenienti dalla Borgogna.

Altri ancora pensano che il nome possa derivare dai tipici luoghi collinari, da cui il dialettale ruché, indicando l’erto arroccamento della vigna ben esposto al sole.

Ha un gusto unico e particolare, mediamente strutturato e generoso. Fino al XIX secolo, il vitigno veniva coltivato anche tra Monferrato e Langhe, ma il terreno a nord-est di Asti (leggermente meno alcalino) si presta meglio ad esaltarne le qualità.

A Castagnole Monferrato verso la fine degli anni settanta, il parroco don Giacomo Cauda, insieme al sindaco Lidia Bianco – già segretaria della scuola d’agraria di Asti – si impegnarono nella sua rivalutazione qualitativa, fino a ottenerne la DOC nel 1987.

Da allora il Ruché ha acquisito nell’enologia, a livello nazionale e internazionale, un posto di nicchia di tutto rispetto. Infatti, sebbene ne sia autorizzato legalmente un taglio d’uvaggio del 10% di altre uve, quali brachetto e/o Barbera, si preferisce produrlo puro.

Successivamente, alcuni comuni limitrofi a Castagnole Monferrato si impegnarono con quest’ultimo per diffondere l’eccellenza qualitativa di tale .

colore: rosso rubino non troppo carico, con leggeri riflessi violacei che poi divengono tendenti all’aranciato con l’invecchiamento.

odore: intenso persistente leggermente aromatico, fruttato.

sapore: secco o amabile, armonico leggermente tannico di medio corpo, leggera componente aromatica.

È un ottimo vino da formaggi saporiti di media-alta stagionatura (Castelmagno, Grana Padano, tome varie) e per i piatti tipici piemontesi come la bagna càuda, la finanziera e gli agnolotti, si abbina molto bene con secondi di selvaggina.

wikipedia

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