San Dunstano, Arcivescovo di Canterbury
San Dunstano, Arcivescovo di Canterbury

San Dunstano, Arcivescovo di Canterbury

San Dunstano è vissuto tra il 909 e il 988 d.C. Era un maniscalco che, un giorno, incontrò il diavolo. Satana gli chiese di ferrare gli zoccoli del suo cavallo, ma Dustano ferrò quelli dei suoi piedi caprini, provocandogli atroci dolori.

Dunstano tolse l’arduo peso al diavolo, strappandogli la promessa che, in cambio, non sarebbe mai più entrato in una casa o in un luogo di dove si trovasse appeso un ferro di cavallo.

Lasciando la leggenda, Dunstano di Canterbury, in inglese Dunstan (Baltonsborough, 909 circa – Canterbury, 19 maggio 988), è stato un abate e arcivescovo inglese.

Fu abate di Glastonbury e arcivescovo di Canterbury. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica, da quella ortodossa e da quella anglicana.

La sua opera restaurò il monachesimo in Inghilterra e riformò la dell’isola. Per i successivi due secoli fu il santo più popolare del regno, grazie anche alle leggende che ne ricordano in particolare le astuzie nel combattere il diavolo.

Dunstano lavorava allo scriptorium, ma era anche un abile artigiano, in particolare dell’argento. È probabile che sia lui l’autore di una nota immagine di Cristo con un piccolo monaco prostrato (forse un autoritratto) inserita nel Glastonbury Classbook; fu questa una delle prime illustrazioni del genere divenute tipiche dell’arte anglosassone medievale.

Dunstano acquisì anche fama di musicista, miniaturista e fabbro. Etelfeda, nipote di re Etelstano, scelse il monaco come fidato consigliere e alla sua gli lasciò una considerevole fortuna, che Dunstano utilizzò in seguito per far rinascere il monachesimo in Inghilterra. Nello stesso periodo morì anche il padre Heorstan, perciò si trovò anche in eredità il patrimonio familiare.

Dunstano divenne una persona molto conosciuta, carismatica e influente, e, alla morte di Etelstano, nel 940, il nuovo monarca Edmondo, lo ammise alla sua corte a Cheddar, facendolo ministro.

Tuttavia, ancora una volta, i favori che gli accordò il sovrano scatenarono la gelosia dei cortigiani che prepararono un complotto, in seguito al quale il monarca era già sul punto di allontanarlo.

A Cheddar si trovavano allora alcuni messi del “Regno Orientale”, probabilmente l’Anglia orientale.

Il monaco implorò questi ultimi di portarlo con loro al ritorno in patria e, sebbene essi accettassero a parole, non esaudirono la sua richiesta. Tuttavia, la biografia ricorda un fatto miracoloso che ribaltò la situazione:

«[…]il re partì a cavallo a caccia di cervi nella foresta di Mendip. Si separò dai suoi accompagnatori e seguì a gran velocità un cervo verso le scogliere di Cheddar. Il cervo cadde nel precipizio e fu seguito dai cani. Eadmund cercò invano di fermare il suo cavallo; quindi, capendo che la fine era imminente, ricordò il duro trattamento che aveva riservato a San Dunstano e promise di fare ammenda se la sua vita fosse stata risparmiata. In quel momento il suo cavallo si bloccò proprio sull’orlo della scogliera. Rendendo grazie a , ritornò tosto a palazzo, chiamò San Dunstano e, ordinandogli di seguirlo, cavalcò dritto verso Glastonbury. Entrando nella chiesa, il re prima si prostrò in preghiera davanti all’altare, quindi, prendendo per mano San Dunstano, gli diede il bacio della pace, lo condusse al seggio dell’abate e, facendovelo sedere, gli promise tutto l’aiuto possibile per restaurare il servizio religioso e l’osservanza delle regole monastiche.»

Nella letteratura inglese ci sono molti riferimenti alla sua figura, il più famoso è nella novella Canto di Natale di Charles Dickens, e in questo canto popolare:

(EN)
«St Dunstan, as the story goes,
Once pull’d the devil by the nose
With red-hot tongs, which made him roar,
That he was heard three miles or more.»

(IT)
«San Dunstano, come la storia dice,
Una volta il diavolo per il naso prese
Con molle rosse infuocate che gli fecero fare un ruggito tale
Da essere sentito a tre miglia o più.»

La Chiesa ortodossa, la Chiesa cattolica e la Comunione anglicana lo ricordano in data 19 maggio.

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Note su cos’é un Arcivescovo
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L’arcivescovo detiene quattro principali cariche:

Vescovo diocesano della Diocesi di Canterbury, che copre la parte orientale della Contea del Kent e l’estremo nord-est del Surrey. Fondata nell’anno 597 dal monaco Agostino su indicazione di Papa Gregorio Magno, essa è la cattedra vescovile inglese più antica.

Arcivescovo metropolita della Provincia ecclesiastica di Canterbury, che copre i due terzi d’Inghilterra.

Come primate di tutta l’Inghilterra, è il capo religioso della Chiesa Anglicana (il sovrano britannico è il “governatore supremo” (supreme governor) della Chiesa). Il potere nella Chiesa non è estremamente accentrato, così l’arcivescovo (insieme con l’arcivescovo di York) deve normalmente guidare la Chiesa attraverso la persuasione. Egli riveste un importante ruolo nelle cerimonie nazionali come le incoronazioni; grazie al suo alto profilo pubblico le sue opinioni sono spesso riportate dai mezzi di comunicazione.

Come capo simbolico della Comunione Anglicana, l’arcivescovo è riconosciuto come primus inter pares (primo tra gli uguali) di tutti i primati anglicani. Sin dal 1867 ha convocato summit decennali di tutti i vescovi anglicani del mondo, le Conferenze di Lambeth.

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