SuperYacht e Cucine Green, una nuova moda o seria tendenza?

Gli di noti superyacht stanno adottando un approccio più ecologico, dall’approvvigionamento locale alla coltivazione in proprio, questo secondo le nostre recenti interviste con alcuni di essi.

Ovviamente siamo a dei livelli culinari un pò particolari, raffinati e stravaganti in diversi casi, come per esempio l’ospite di un superyacht invia un jet privato in Sicilia per il melone colto fresco.

I tempi stanno cambiando anche per i ricchi ed il futuro dell’approvvigionamento diventerà fondamentale per evitare costi inutili, salvo chi continuerà ad avere richieste stravaganti.

Parlando seriamente con qualche chef, battute a parte, il nuovo modus operandi è fare affidamento sui prodotti locali e, possibilmente, la coltivazione a bordo, anche se le condizioni per il in mare non è il medesimo in una serra, poiché le cellule vegetali si comportano in modo diverso quando sono sottoposte al salmastro, prevenendo in definitiva l’osmosi. Tuttavia, ci sono alcuni chef e aziende che trovano modi innovativi per realizzarlo.

Uno dei maggiori ostacoli per gli chef è convincere gli ospiti a riformulare le loro aspettative sugli ingredienti, tradizionalmente “di lusso”, ad esempio il caviale, sostituibile con il lompo.

Gli chef stanno facendo il possibile per procurarsi nuovi ingredienti altrettanto rari e straordinari per contribuire a rendere la transizione verso piatti più rispettosi dell’ambiente, prodotti ugualmente ricercati ed anche costosi.

La crociera in posti esotici può essere un’occasione per procurarsi ingredienti locali per accontentare un ospite disponibile, i cui prezzi e costi sono meno gravosi.

La soluzione, tuttavia, non è sempre così semplice come affidarsi ai fornitori locali: quando gli yacht si avventurano più lontano, gli insediamenti remoti spesso dipendono dalle merci importate, tanto quanto le società di approvvigionamento. L’80 per cento della cucina viene importato se risiedi in .

Ora…il dubbio amletico viene nel momento in cui questa saporita ricercatezza va oltre l’immaginabile, ad esempio le micro erbe che nei Caraibi e nelle Bahamas e dintorni, trovi difficilmente ed hanno costi elevati.

Ritornando alla coltivazione interna nel superyacht, quindi barche con spazi disponibili, c’è chi si sta attivando per fare un nuovo business. I requisiti tecnici sono una fornitura di fresca, collegata a un sistema di irrigazione automatico, e un sensore che misurerà l’umidità. Ma…ritorniamo ad un concetto basilare, ovvero la nutrizione Umana.

Un essere umano ha bisogno di vari nutrienti quotidiani, elementi diversi, vitamine e minerali, variegata, quindi è necessario, per chi coltiva piante a bordo, nel avere patate, insalata, erbe aromatiche e, tutto questo, non si può attualmente coltivare in una serra all’interno di una barca in mare. Si parla di navi per una famiglia di cinque persone e un equipaggio di 10 persone.

Qualcuno degli chef più blasonati ha fatto riferimento alle ricerche svolte dalla NASA con sistemi di coltivazione per missioni spaziali a lungo raggio, ma forse dimentica le problematiche di agenti patogeni sconosciuti, anzi diciamo -alieni-.

La provenienza del cibo è della massima importanza per gli chef e, utilizzando sistemi di coltivazione interna non sperimentali, ma ben consolidati, probabilmente possono avere le foglie di insalata, le erbe aromatiche e i microgreens ​​direttamente nella loro cucina tutto l’anno senza sprechi, poiché raccogli solo ciò di cui hai bisogno, quando ne hai bisogno.

Realtà ? Futuro ? Coltivare abbastanza prodotti a bordo per essere completamente autosufficiente è praticamente impossibile, ad oggi, salvo il contrario in futuro prossimo. La strada è particolarmente irta di ostacoli, ma per chi ha soldi non è un problema investire su progetti di questo tipo per il proprio fabbisogno personale e della famiglia quando sono in mare.

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