Tibet, Due monaci incarcerati per aver espresso opinioni

Il Centro tibetano per i e la democrazia (TCHRD) ha condannato la condanna al carcere di due monaci – Tenzin Dhargay e Rigtse – per il semplice esercizio del diritto alla libertà di espressione, un diritto tutelato anche dalla costituzione cinese come nei principali strumenti internazionali sui diritti umani di cui il governo di Pechino è parte.

Dhargay e Rigtse provengono dalla contea di Sershul nella prefettura autonoma tibetana. Entrambi erano stati detenuti in incommunicado per quasi due anni e condannati in data sconosciuta nel giugno di quest’anno.

Il tribunale del popolo della contea di Sershul ha condannato Dhargay a tre anni e sei mesi, mentre Rigtse è stato condannato a tre anni di carcere.

Finora, le autorità cinesi hanno gestito entrambi i casi con estrema segretezza e ai familiari non sono stati forniti i dettagli dei casi, ha affermato il TCHRD.

Le autorità cinesi hanno emesso severi avvertimenti che chiunque venga sorpreso a condividere informazioni sulla detenzione dei monaci vedrà la sua previdenza sociale e altri benefici statali annullati.

Non si sa ancora dove siano imprigionati i monaci, anche se è stato confermato che erano stati portati in un altro luogo dopo la loro condanna nella contea di Sershul.

Fonti tibetane in esilio hanno riferito della detenzione di Dhargay nel settembre 2020 dopo che era stato trovato mentre teneva sul telefono una foto di Sua Santità il Dalai Lama e altre informazioni sulla situazione tibetana.

A quel tempo, un altro monaco era stato trattenuto insieme a lui ma la sua identità non poteva essere confermata. Ora è emerso che il nome dell’altro monaco è Rigtse. Sia Dhargay che Rigtse erano stati condannati nella stessa data. Ulteriori informazioni su Rigtse non possono essere ottenute immediatamente a causa delle restrizioni in vigore.

Fonti con contatti con i tibetani locali hanno informato TCHRD che Dhargay di solito era molto preoccupato per la terribile situazione in Tibet e condivideva informazioni e foto sulla stessa sul suo account WeChat personale.

Usando “Seguace di Dalai” come nome del suo account, condivideva anche foto e insegnamenti di Sua Santità.

L’anno scorso, quando la ha celebrato la cosiddetta celebrazione del 70° anniversario della liberazione pacifica del Tibet, Dhargay aveva contestato la narrativa del governo cinese sull’occupazione del Tibet dicendo che tale liberazione non era avvenuta in Tibet.

Indian Express

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