Toscana – Coverciano, Danni irreversibili a tre pini in un condominio

Le piante esistono da molto più tempo di noi e quindi sono capaci di adattarsi alle condizioni più varie, e, quindi, non hanno assolutamente bisogno dell’uomo.

Gli alberi sono architettonicamente riconducibili ad alcuni schemi organizzativi detti “Modelli architetturali”, cioé una sorta di minimo denominatore della forma arborea.

Pertanto ogni volta che potiamo o, peggio, abbattiamo un’ albero, lo facciamo esclusivamente per i nostri interessi.

I Pini sono una sorta di “collezione” di tronchi, cioè di assi dominanti.

Una delle prime regole della potatura è che i tronchi sono – o dovrebbero essere – strutture rameali intangibili, pena lo sconvolgimento ormonale dell’albero che subisce l’intervento.

Per questo motivo la capitozzatura dei Pini comporta conseguenze gravi e permanenti, sia a carico della porzione aerea e, conseguentemente, dell’apparato radicale.

Questi danni devono essere risarciti dalla ditta che manutiene la situazione arborea del parco o del giardino condominiale essendo operatori del settore, quindi esperti anche nel avere le conoscenze tecniche, sapendo che i Pini mediterranei sono incapaci di produrre nuova vegetazione da gemme dormienti o avventizie come ad esempio i tigli.

I Pini, scrive il dottor Giovanni Morelli – agronomo – sono il sofisticato ed efficiente risultato di un lento processo evolutivo di adattamento alle condizioni ambientali, anche fisiche, del contesto naturale. Inoltre, come individui, gli alberi sanno essere estremamente plastici, traendo insegnamento dalle esperienze di vita e modificando il loro progetto originario per meglio adattarsi alle contingenze.

I Pini sono specie ruderali, non hanno bisogno di condizioni stazionali particolarmente favorevoli per prosperare, dunque si adattano molto bene anche ai contesti antropizzati. Se lasciati indisturbati sono alberi robusti e stabili, perfettamente in grado di fronteggiare eventi meteorologici anche violenti.

Quindi, prima di decidere per una potatura, dobbiamo accertarci che le conflittualità siano reali e non solo … percepite.

Definita la motivazione della potatura dobbiamo stabilire il “come”, il “quanto” e il “quando”, ovviamente in una logica di scalarità e gradualità, perché con gli alberi non è possibile avere tutto e subito.

Infine, bisogna assicurarsi che la potatura sia ragionevole, sopportabile e dignitosa per il Pino che la subisce.

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NOTA

In un giardino condominiale, da oltre 40 anni, ci sono tre pini marittimi. Da recente un condomino ha chiesto una perizia tecnica perché uno dei pini è piegato.

Abbiamo avuto modo di osservare questi maestosi pini, ma la ‘piegatura’ probabilmente è nell’anticamera del cervello del condomino?

Inoltre, interpellato l’amministratore condominiale, la persona che ha gentilmente risposto ha definito tali pini fastidiosi perché sporcano con gli aghi e sono inoltre una dimora di ‘odiosi’ piccioni.

Alcuni condomini da anni chiedono all’amministratore di inserire nelle convocazioni condominiali una migliore gestione del giardino, come per esempio le rastrelliere per le biciclette…ma non vengono ascoltati.

Altri hanno chiesto di sostituire la ditta, in considerazione del fatto che già in quel giardino sono avvenuti altri fatti molto gravi, come il taglio della testa di un albero ove qualcuno dei condomini ha cercato di sviare la situazione dando la colpa a dei muratori di altra proprietà.

Tale giardino è andato alla cronaca anni fa sempre per un albero molto bello, capitozzato in maniera davvero delinquenziale (passateci il termine).

Nel frattempo gli alberi fanno da ‘appoggio’ a coloro hanno le biciclette, incuranti che essi sono comunque degli esseri viventi.

Il giardino, manutenuto discretamente, non ha panchine…nè giochi per bimbi…praticamente definito dai condomini intervistati il ‘bancomat’ periodico della ditta manutentrice, periti a turno per poi abbattere gli alberi (già altri due maestosi perché giudicati pericolosi).

I timori di alcuni che possano cadere i Pini Marittimi ? E’ molto probabile che l’angolo di flessione del tronco non superi i 10/15°, altrimenti era già caduto.

La sensazione che si ha se visto dal basso, nel caso fosse un pino di oltre 10 metri, certamente impressiona più del necessario. Questo però è ben lontano dal fatto possa cadere.

In quel condominio c’è chi, altresì, vorrebbe al posto del giardino dei posti auto, con pochi alberelli in aiuole striminzite; la domanda sorge spontanea: si fa posto a qualcosa che serve alla propria tasca ?

La tutela dell’ambiente è importante, pertanto la sua preservazione lo è molto di più. Qualora una ditta non è capace di fare il suo , pergiunta facendo danni in combutta con il perito di turno e l’amministratore, si potrebbe ben dire c’è una ‘truffa’ nei confronti dei rispettivi condomini.

Se poi in aggiunta alla ‘cricca’ sopra descritta abbiamo il condomino furbetto di turno, il quadretto è ben definito…un pò come il bilancio preventivo e consuntivo, ove alla fine dell’anno la assurdità è trovare chi ha versato molti più soldi ed è in credito.

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Fonti

conalpa.it

soluzionealberi.it

condominioweb.com

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