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Secondo alcuni ricercatori italiani, la zona del cervello in cui si origina l’Alzheimer non sarebbe,

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Secondo alcuni ricercatori italiani, la zona del cervello in cui si origina l’Alzheimer non sarebbe, come finora pensato, l’ippocampo, struttura in cui hanno sede i meccanismi della memoria, ma una parte molto più profonda, finora poco studiata, l’area tegmentale ventrale. Qui si produce la dopamina. neurotrasmettitore del sistema nervoso centrale, la cui carenza provoca depressione e Parkinson. La dei neuroni deputati a produrre dopamina, provocherebbe anche il blocco dei meccanismi della memoria.

Per questo, almeno nella fase iniziale della malattia, le cellule dell’ippocampo sarebbero intatte. Secondo gli studiosi, quindi la depressione, ma anche la perdita dell’appetito, la perdita di interesse alla vita, il cambiamento del tono dell’umore, sarebbero sintomi iniziali della malattia e non sue conseguenze.

Questo apre prospettive diverse, per adesso ancora difficili da prevedere, su un eventuale nuovo approccio terapeutico all’Alzheimer.

Secondo alcuni ricercatori australiani, l’attività fisica moderata porterebbe benefici nella prevenzione dell’Alzheimer. In particolare, attività come la corsa, il nuoto o la bicicletta, migliorerebbero le attività cognitive del cervello. Gli sport di forza, che rafforzano i muscoli, come i pesi, rafforzerebbero la memoria.

Naturalmente, si parla di attività moderata, dai 40 ai 60 minuti, ma più possibile frequente (l’attività prolungata e intensa non porterebbe invece nessun aiuto). Secondo gli stessi ricercatori, anche il tai chi sarebbe da annoverare fra le discipline consigliate. Con i suoi movimenti lenti e precisi favorirebbe concentrazione e coordinazione.

Secondo ricercatori canadesi, le vitamine C ed E ridurrebbero i rischi di deficit cognitivo. Questo sarebbe dovuto alla loro azione antiossidante. Alimenti che contengono la sono il , i peperoni, i peperoncini. i broccoli, il cavolo. il crescione, la papaia, la fragola la buccia d’arancia e quella di limone. Alimenti che contengono vitamina E sono le mandorle, le nocciole, i pinoli, i semi di girasole, le cime di rape, le olive, gli spinaci, la salsa di pomodoro.

Stili di vita sani sarebbero in grado di produrre effetti positivi sui disturbi cognitivi. In particolare , esercizio fisico e mentale, socializzazione sono i pilastri su cui fondare una possibile riduzione dei fattori di rischio Alzheimer. In particolare, una dieta ricca di e , legumi, frutta secca, povera di zuccheri, grassi saturi (carne, formaggi, latte), sodio. Leggere, ascoltare musica, fare cruciverba, visitare mostre e musei stimolerebbe l’irrorazione sanguigna al cervello e la formazione di nuove cellule. Anche lo yoga, la meditazione e le emozioni positive sembrerebbero in grado di allontanare lo spettro dell’Alzheimer.

Duccio Magnelli
– Farmacista

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