Un nuovo santo patrono del giornalismo cattolico

I giornalisti cattolici di tutto il mondo hanno un nuovo Santo Patrono quale Titus Brandsma, un carmelitano olandese ucciso nel campo di concentramento di Dachau nel 1942.

In un momento in cui il giornalismo di opinione cattolica rischia di cadere vittima dei pericoli sempre presenti di banalizzazione, tribalismo e isterismo in quest’epoca di demagogia di Internet e dei social , l’esempio di coraggio e fedeltà di San Tito Brandsma invita nel riflettere.

Anno Sjoerd Brandsma nacque nella provincia olandese della Frisia nel 1881 da genitori devoti cattolici in quella che allora era un’area prevalentemente protestante.

A diciassette anni, il giovane Anno è entrato nel noviziato carmelitano a Boxmeer sulla Mosa, assumendo il nome religioso “Titus” in onore del padre, così chiamato per uno dei compagni di San Paolo: il primo della Chiesa primitiva, per così dire.

Ordinato sacerdote il 7 giugno 1905, p. Tito conseguì un dottorato presso l’Università Gregoriana di Roma nel 1909 e poi tornò nei Paesi Bassi, dove mostrò una notevole in una varietà di campi.

Per un decennio e mezzo ha lavorato come scrittore, insegnante e polemista cattolico: ha lanciato e guidato un progetto per tradurre in olandese le opere della grande mistica e riformatrice carmelitana, Santa Teresa d’Ávila.

In mezzo a varie iniziative educative, p. Titus Brandsma ha coltivato i campi del giornalismo cattolico, diventando cappellano dell’Unione nazionale dei giornalisti cattolici [olandesi] nel 1935.

Il suo impegno per le verità della fede cattolica e per l’indipendenza della stampa alla fine lo ha portato alla sua Via Crucis. Arrestato dalla Gestapo il 19 gennaio 1942, Titus Brandsma fu imprigionato in tre diverse località olandesi prima di essere trasferito nel campo di concentramento di Dachau, appena fuori Monaco.

La vita pubblica oggi è troppo spesso una questione di sopravvivenza dei più striduli, ed è doloroso notare come quel degrado del dibattito e dei commenti sia penetrato nei “nuovi media” dei siti Web cattolici, dei canali YouTube, dei post di Facebook e dei feed di .

La vita e l’esempio di questo carmelitano olandese, una personalità complessa che a volte ha mostrato una miccia corta ma che ha scritto – e ha esortato altri a scrivere – come se il giornalismo cattolico potesse essere una potente forma di testimonianza cristiana e di evangelizzazione.

San Tito Brandsma, O. Carm., prega per noi.

Questo articolo è stato tradotto originariamente dal settimanale di George Weigel The Catholic Difference.

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