Una due ruote del 1950, pesante ma confortevole

La Vespa debuttò il 24 marzo 1946 alla Mostra della Meccanica e Metallurgia a Torino. Il giorno dopo Enrico Piaggio, in una lettera al Direttore dello stabilimento e a tutte le maestranze della Società, scrisse: “Ho il piacere di comunicarVi che i primi esemplari hanno incontrato l’ammirazione generale…” Entro l’anno vennero venduti 2.181 esemplari. L’anno dopo le vendite quintuplicarono, arrivando a 10.535 pezzi. Il resto della storia lo conosciamo.

Tra gli ammiratori dello scooter italiano c’erano i tedeschi della Maico, di Ammerbuch nel Baden-Württemberg, allora un fabbricante di bici e poi di moto leggere. Non ci misero molto ad adottarne i concetti di base – forse oggi qualcuno avrebbe fatto causa – “tedeschizzandoli” però per venire incontro ai gusti pacati e solidi del mercato nazionale. La Maico Mobil fu infatti presentata alla Fiera di Reutlingen nel 1950 come “auto a due ruote”.

La prima versione aveva un motore con una cilindrata di 148 cc e, malgrado la scocca in alluminio, pesava oltre 150 kg. Non dev’essere stata una “bomba” su strada. Il modello Mobil “MB200” del 1958 – l’ultimo anno di produzione – era invece, come suggerisce la sigla, una “200”.

Ciò che mancava in potenza si guadagnava in comodità rispetto all’originale italiana. La Mobil era configurata per il “touring”, cosa che non si poteva certo dire della “Vespina”. Aveva un generoso parabrezza, la seduta molleggiata e un posto “vero” per un passeggero, nonché un bagagliaio incorporato e un contachilometri che arrivava (probabilmente in via del tutto teorica) agli ottanta all’ora.

Nel 1958, il prezzo di vendita europeo era di poco inferiore ai 600 dollari Usa. Oggi i collezionisti valutano una Mobil in condizioni discrete fino ai $25mila.

James Douglas Hansen

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