La censura di Facebook colpisce una nostra notizia dedicata ad Haiti

La censura rappresenta una questione delicata, soprattutto quando si tratta della libertà di stampa. Nel caso specifico di Facebook, vi sono stati episodi in cui la piattaforma ha oscurato o limitato la visibilità di contenuti pubblicati da testate giornalistiche.

L’ultima nell’ordine è la recente notizia dedicata al Prendersi cura delle donne, degli orfani e dei bambini ad Haiti .

Gli Standard della community di Facebook vengono applicate random anche se descrivono ciò che è consentito e ciò che è vietato, basandosi sui feedback della community e sui consigli di esperti in vari settori, tra cui , sicurezza pubblica e .

In pratica il nostro articolo è stato giudicato come incitamento all’odio e alla violenza, pertanto chiediamo agli esperti di tecnologica, sicurezza pubblica e diritti umani se ammettono l’esistenza di quei gruppi, creati appositamente ed tutt’ora esistenti in tale social , dediti a favorire l’incitamento all’odio o le intimidazioni.

La piattaforma monitora proattivamente i gruppi per individuare discorsi di incitamento all’odio e istigazioni alla violenza, ma non sempre vengono bannati. Se vengono riscontrati comportamenti simili in un gruppo, quest’ultimo non sempre viene rimosso.

Facebook secondo molti editori e giornalisti indipendenti non sempre cerca di bilanciare la libertà di espressione né altresì mantiene un sicuro e rispettoso per gli utenti.

Gli Standard della community non sono effettivamente rispettosi della libertà di stampa. Un esempio ?

L’AntiDiplomatico, una testata giornalistica, ha avuto una censura ancor più pesante. La sua pagina Facebook è stata censurata, e sebbene sia tornata attiva, è soggetta a restrizioni.

Questo tipo di censura, noto come shadowbanning, impedisce ai post di raggiungere l’intera audience e li relega all’ombra, sotto il rischio di ulteriori blocchi.

L’AntiDiplomatico ha denunciato questa situazione, sottolineando che la censura di Facebook viola l’articolo 21 della Costituzione italiana, che garantisce la libertà di manifestare liberamente il proprio pensiero attraverso la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa, secondo la Costituzione, non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Questi episodi sollevano importanti questioni riguardanti la sovranità digitale, la democrazia e la libertà di espressione. È fondamentale che le piattaforme digitali rispettino i principi costituzionali e garantiscano un ambiente aperto e pluralistico per il dibattito pubblico.

In un’era in cui le informazioni circolano principalmente online, la sottile linea tra libertà di espressione e censura diventa ancora più insidiosa. È essenziale che si continui a discutere e a difendere la libertà di stampa, affinché possiamo preservare la democrazia e la sovranità dei nostri paesi.

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