La anguria un simbolo di protesta pro palestina
L’anguria è diventata un simbolo di protesta pro Palestina, e il suo significato va ben oltre la tradizione culinaria della regione.
L’uso dell’anguria come simbolo del conflitto israelo-palestinese non è nuovo. Emerse per la prima volta dopo la Guerra dei Sei Giorni nel 1967, quando Israele prese il controllo della Cisgiordania, di Gaza e annesse Gerusalemme Est.
All’epoca, il governo israeliano rese l’esposizione pubblica della bandiera palestinese un reato penale. Per aggirare il divieto, i palestinesi iniziarono a esporre l’anguria. Una volta aperto, il frutto riporta i colori nazionali della bandiera palestinese: rosso, nero, bianco e verde.
L’anguria, con la sua immagine stilizzata di una fetta, è diventata una vera e propria bandiera. I suoi colori coincidono con quelli della bandiera palestinese.
Israele ha revocato il divieto di esporre la bandiera palestinese nel 1993, come parte degli Accordi di Oslo. Da allora, la bandiera è stata accettata come rappresentante dell’Autorità Palestinese, che amministra Gaza e la Cisgiordania.
L’emoji dell’anguria, aggiunta alla tastiera degli smartphone nel 2015, si inserisce in questa tradizione. È spesso associata ai post sulla cultura, sullo sport e sulla
In sintesi, l’anguria è diventata un potente simbolo di solidarietà alla causa palestinese, rappresentando la lotta per la libertà e l’indipendenza.
La censura dei social
Profili sospesi, post cancellati o resi invisibili: la voce dei palestinesi e di chi si esprime su Gaza e i Territori è sempre più esposta a tentativi discriminatori di censura.
Questo non è un fenomeno nuovo e ha coinvolto principalmente le piattaforme di Meta (Facebook, Instagram, Messenger e WhatsApp). Fate attenzione e, se necessario, boicottate questi social indirizzandovi altrove. Ad esempio:
PeerTube: Una piattaforma decentralizzata basata su
Minds.com: È apprezzato per la sua libertà di parola e la gestione comunitaria.