I Vescovi panamensi ammoniscono fedeli cattolici sulle SS Messe della FSSPX

I vescovi della Conferenza episcopale panamense (CEP) hanno pubblicato un comunicato in cui sottolineano che i fedeli cattolici non dovrebbero frequentare le funzioni della Fraternità Sacerdotale San Pio X (FSSPX), i cui membri sono conosciuti come lefebvristi.

Monsignor Marcel Lefevbre non è in piena comunione con la Chiesa cattolica, per cui i fedeli cattolici devono astenersi dal frequentare le loro Sante Messe.

Per quanto riguarda i sacramenti amministrati nei loro servizi, si ricorda ai fedeli che per amministrarli è necessaria l’approvazione del Vescovo o dell’Autorità ecclesiale; e non avendolo, questi sono illegali .

Nel quadro dei dialoghi tra il Vaticano e i lefebvriani, nel 2009 papa Benedetto XVI ha revocato la scomunica ai quattro vescovi ordinati da Lefebvre nel 1988: Bernard Fellay, Bernard Tissier de Mallerais, Richard Williamson e Alfonso de Galarreta.

Nonostante gli sforzi di dialogo della Santa Sede e il suo rifiuto di riconoscere i documenti ecclesiastici, soprattutto del Concilio Vaticano II, i lefebvriani non hanno uno status riconosciuto nella cattolica.

La celebrazione della Messa in latino non è vietata nella Chiesa cattolica, ma deve essere approvata dai vescovi (Traditiones Custodes, Art.2) e l’uso del Vetus Ordo (Messa in latino celebrata prima del Concilio Vaticano II) può essere autorizzato solo dalla Santa Sede.

Il Vaticano ha pubblicato il 16 luglio 2021 il motu proprio Traditionis custodes di Papa Francesco. Il testo limita quasi del tutto la celebrazione della Messa tradizionale latina (forma straordinaria) o rito tridentino, con il Messale del 1962.

Con questo documento, il Santo Padre ha modificato le disposizioni date dal suo predecessore, Papa Benedetto XVI , nel suo motu proprio Summorum Pontificum , testo che aveva liberalizzato la Messa tradizionale latina nel 2007.

Tra le principali disposizioni della Traditionis Custodes c’è che è il vescovo ad autorizzare la celebrazione dell’Eucaristia con il Messale del 1962. Se il sacerdote che chiede il permesso è stato ordinato dopo la pubblicazione del motu proprio, allora spetta al Vaticano dare l’autorizzazione.

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