La 110esima edizione del Tour de France costellata di varie polemiche

La 110esima edizione del Tour de France è stata costellata di varie polemiche dovute alla logistica che, in certi momenti, è venuta meno e alla scarsa consapevolezza degli inseguitori i quali si radunano ai lati delle strade per assistere al passaggio delle squadre.

A causa di queste azioni, i ciclisti come il danese Jonas Vingegaard e lo sloveno Tadej Pogacar hanno perso qualche secondo nella competizione, che raggiungerà il traguardo domenica 23 luglio.

Esaminiamo alcune di queste azioni e ricordiamo altri eventi delle edizioni precedenti.

A metà del percorso della 17a tappa, dopo il guasto di una delle moto al seguito, un’auto ha bloccato la carreggiata e ha impedito il passaggio di Jonas Vingegaard che, pur perdendo qualche secondo, è l’assoluto detentore della maglia gialla.

Uno degli attacchi dello sloveno Tadej Pogacar è stato totalmente frustrato dopo che una moto, con a bordo un fotografo, lo ha fermato nel bel mezzo della sua lotta per uno dei bonus, dopo la gara il ciclista si è infuriato e ha fatto notare che “è stato come lanciare un missile in acqua”.

Nella tappa 15 della corsa francese, un seguace ha provato a girare un video e ha toccato uno dei corridori della Jumbo-Visma. Il pilota del team olandese è caduto a terra e ha provocato una violenta collisione, che purtroppo ha colpito il colombiano Egan Bernal.

Sempre nella tappa 15, un pilota Israel Premier Tech ha avuto un forte impatto contro un muro dopo aver tentato di afferrare una bottiglia d’acqua che veniva irresponsabilmente consegnata in curva da una motocicletta.

Sette anni fa, Chris Froome si è schiantato contro una moto di una trasmissione televisiva che si è fermata dopo l’interruzione di un tifoso, la sua bici è stata completamente danneggiata e immediatamente il pilota è sceso con la sua maglia gialla ed è andato a correre mentre la sua squadra arrivava con una nuova bici.

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