Una enigmatica metodologia per quantificare impatto delle riforme pianificate da UE

Il nuovo quadro fiscale dell’Unione Europea mira a incoraggiare le riforme strutturali e gli investimenti pubblici nei paesi membri. Normalmente, i governi dei paesi con deficit o debiti eccessivi hanno quattro anni per riportare le proprie finanze in linea con i requisiti fiscali, ma come incentivo per le riforme e gli investimenti, questo periodo può essere esteso a sette anni.

Ciò significherebbe che il requisito annuale di aggiustamento fiscale può essere ridotto da un livello che potrebbe essere politicamente ed economicamente molto doloroso a qualcosa di più fattibile.

Per ottenere l’estensione, le riforme e gli investimenti proposti dai paesi dell’UE dovrebbero favorire la crescita, sostenere la sostenibilità fiscale e essere in linea con le priorità comuni dell’UE.

Gli investimenti pubblici finanziati a livello nazionale dovrebbero aumentare. Soddisfare tutti i requisiti potrebbe essere difficile. I paesi presentano proposte di riforma e di investimento nei loro piani strutturali di bilancio a medio termine (MTFSP). La Commissione europea valuterà se sussistono le condizioni per una proroga a sette anni.

Stranamente, tuttavia, come spieghiamo in un recente documento di , la Commissione Europea non dispone di una metodologia per quantificare l’impatto delle riforme e degli investimenti sulla crescita e sulla sostenibilità fiscale, ad eccezione delle riforme del mercato del e delle misure relative ai costi fiscali dell’invecchiamento.

In particolare, i metodi di previsione della Commissione non colgono l’impatto delle riforme e degli investimenti sulla produttività totale dei fattori (TFP) e sullo stock di capitale, a meno che non si preveda che questi si facciano sentire nei primi due anni della previsione, dopodiché si presuppone tale impatto svanire.

Non sembrano nemmeno esserci piani per sviluppare una tale metodologia, apparentemente per due ragioni. In primo luogo, le previsioni della Commissione cercano solo di tenere conto delle riforme già adottate. Per aiutarli a redigere i loro MTFSP, la Commissione fornirà ai paesi dell’UE “traiettorie di riferimento” che mostrano il percorso fiscale che dovrebbero intraprendere, ma le riforme proposte non vengono prese in considerazione in questo.

In secondo luogo, l’impatto delle riforme e degli investimenti sulla produzione potenziale è notoriamente difficile da valutare quantitativamente. La Commissione preferisce quindi sottoporre le riforme proposte solo a un controllo qualitativo di plausibilità, trascurando qualsiasi impatto quantitativo sulla traiettoria fiscale.

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