Il sole amico. Consigli per una corretta esposizione

Il sole, amico o nemico della nostra pelle? Prima di tutto, bisogna sfatare un mito:…

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Il sole, amico o nemico della nostra pelle? Prima di tutto, bisogna sfatare un mito: quello che il sole è malato, non è più come prima, brucia di più ecc. Studi scientifici ci dicono che non è così. Piuttosto è cambiato l’approccio ad esso da quando l’abbronzatura è diventata una sorta di status symbol. Per fare un po’ di chiarezza dobbiamo innanzitutto considerare che, trascorrendo undici mesi l’anno in gran parte chiusi dentro uffici, case, scuole, l’esposizione improvvisa ed eccessiva al sole può rappresentare un shock non indifferente per la nostra pelle.

Poi va tenuto conto del fatto che esistono diversi tipi di pelle, classificati in base alla quantità di melanina (il pigmento che la colora) in 6 fototipi, che caratterizzano altrettante tipologie di individui con diverso colore di pelle, occhi e capelli. Per esempio, il fototipo 1 ha la pelle bianco-latte, gli occhi azzurri o verdi e i capelli rossi o biondo chiaro. E molte lentiggini.

Il fototipo 2 ha invece la pelle chiara, i capelli biondo scuro, gli occhi azzurri e meno lentiggini. E così via fino al fototipo 6, con pelle molto scura, occhi e capelli neri. Da questa classificazione si evince l’impossibilità per il fototipo 1 di abbronzarsi. Il fototipo 2 raggiungerà una leggera doratura, ma solo dopo un periodo piuttosto lungo di esposizione. Il fototipo 6 si abbronzerà in due giorni. Purtroppo molte persone non lo sanno, o fanno finta di non saperlo, e sottopongono la propria pelle a terribili, senza peraltro ottenere i risultati voluti. Anzi, rischiando scottature, eritemi e problemi ben più seri.

Anche la scelta e l’uso delle creme solari sono spesso sbagliati. Per quanto riguarda il fattore di protezione, molti pensano che le alte protezioni impediscano di abbronzarsi, ma è vero il contrario. Le basse protezioni dovrebbero essere utilizzate solo dai fototipi più alti, mentre i fototipi più bassi non dovrebbero mai scendere sotto il fattore 30 (il fototipo 1 dovrebbe usare il 50+). Va usata molta cautela in presenza di cicatrici, che devono essere protette con fattori molto alti (esistono stick appositi). Così come le labbra. Per quanto riguarda invece l’applicazione, la crema va messa almeno mezz’ora prima di esporsi al sole. La maniera migliore per farlo è mettersi davanti allo specchio senza niente addosso, in modo da distribuirla anche sulle parti più nascoste, tipo il retro delle gambe, della testa e degli orecchi, e le dita dei piedi. La crema va data in quantità sufficiente, rinnovando l’applicazione almeno ogni 80 minuti.

Attenzione anche alla protezione resistente all’acqua: non è “eterna” e nell’acqua il sole, causa riflesso, “si prende” ancora meglio. E soprattutto tenere presente che la protezione totale non esiste, tanto che tale dicitura è stata tolta dai prodotti. Neanche l’ombrellone protegge del tutto e nemmeno le nuvole, perché fanno passare, rispettivamente, il 25% e fino all’80% dei raggi ultravioletti. Va inoltre considerato che anche la sabbia è un ottimo riflettente.

Ricordarsi infine che il sole di giugno è quello che brucia di più (secondo alcuni anche quello di maggio) e che in alta montagna la pelle va protetta come al mare. Anzi, in altitudine il sole può davvero fare seri danni (si valuta che ogni 300 metri la forza penetrativa dei raggi aumenti del 4%).

Se dopo aver letto tutto quanto riuscite ancora a scottarvi, ricominciate da capo. Perché vi siete persi qualcosa.

Duccio Magnelli
(Giornalista – Farmacista)
condirettore@toscanamagazine.com

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