Linee guida della Agenzia di stampa Emmegi sul Fact-Checking

La nostra missione è verificare le falsità, le bufale e le affermazioni fuorvianti che circolano ampiamente su internet ed hanno un impatto significativo sulle notizie o sul discorso pubblico.

Pertanto diamo priorità al controllo dei fatti sulle false affermazioni che potrebbero causare danni e svolgeremo indagini giornalistiche se necessarie, denunciando alle competenti autorità giudiziarie nel mondo chiunque dovesse ostacolare l’informazione giornalistica reale e scevra da condizionamenti contro la libertà di stampa.

Dobbiamo mostrare equilibrio, quindi ad esempio non dovremmo concentrarci su un candidato, partito o sito web, a meno che non siano costantemente diffusori di disinformazione potenzialmente dannosa.

La precisione è fondamentale, così come lo è spiegare in modo chiaro e trasparente come abbiamo svolto la nostra indagine.

È responsabilità del nostro team di fact-checking conoscere le regole stabilite in questo Stylebook, il codice etico di (standard editoriali e migliori pratiche ) e i principi vincolati dal codice di deontologia.

I post falsi possono utilizzare un’immagine fuorviante o fuori contesto per illustrare qualcosa che è accaduto o sta accadendo. Ad esempio, l’affermazione secondo cui un’immagine mostra le conseguenze di un bombardamento da parte di aerei da guerra del paese A su una città del paese B, dove in realtà l’immagine proviene da un conflitto diverso.

In questo caso, possiamo dire che il post era falso, ma chiarire che altre immagini online mostrano i risultati del bombardamento da parte del paese A di obiettivi civili nel paese B, se tali immagini sono disponibili. Sfatando il post, non dovremmo dare l’impressione che stiamo anche respingendo le accuse di attacchi reali contro i civili, quindi è essenziale aggiungere questo contesto.

“Notizie false” è un termine che è stato dirottato per significare qualsiasi cosa, dalla disinformazione intenzionale a un epiteto usato da politici e altri per screditare la copertura sfavorevole. Pertanto, dovremmo evitare di usare il termine “fake news” nelle nostre storie, tranne tra virgolette quando necessario, e usare invece disinformazione.

Come agenzia di stampa abbiamo il dovere di prenderci cura delle persone che copriamo e di ridurre al minimo i danni a loro e, per estensione, alle loro famiglie.

In alcune circostanze potremmo scegliere di offuscare i volti o nascondere l’identità delle persone presenti in un post falso, se vengono accusate ingiustamente o ridicolizzate.

Il nostro ruolo è sfatare le falsità, non diffonderle. Quando è possibile, il modo più efficace per farlo è noto come il sandwich della verità.

La disinformazione viene creata e progettata per fuorviare deliberatamente le persone, spesso con intenti dannosi. Generalmente si ritiene che la disinformazione sia stata creata involontariamente, sebbene possa comunque avere effetti dannosi.

STAFF

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