Unione Europea, garantire rimpatrio di minori non accompagnati

Gli Stati membri dell’UE devono garantire che ci siano “centri di accoglienza adeguati” per i minori non accompagnati al momento del loro espulsione, ha stabilito oggi la Corte di giustizia dell’UE (CGUE), secondo il dpa, informa Agerpress.

La decisione della CGUE si è basata sul caso di un minore non accompagnato che ha presentato domanda di asilo nei Paesi Bassi nel 2017, quando aveva 15 anni e quattro mesi.

I tribunali nazionali hanno concluso che il giovane non aveva diritto allo status di rifugiato o alla protezione sussidiaria e che, in queste circostanze, avrebbe dovuto essere espulso, riferisce Agerpress.

Sfidando l’ordine di espulsione, il richiedente asilo ha sostenuto di non sapere dove vivevano i suoi genitori e di non conoscere altri membri della famiglia.

Il diritto dell’UE prevede che i paesi membri debbano verificare se esistono centri di accoglienza adeguati nello stato di ritorno quando decidono di rimpatriare un minore non accompagnato.

Tuttavia, secondo la legge olandese, questa indagine viene svolta solo per i minori di età inferiore ai 15 anni. Quelli di età superiore ai 15 anni non vengono espulsi fino al compimento dei 18 anni, ma non ricevono nemmeno lo status di residente abituale.

In questo contesto, la CGUE ha deciso che gli Stati membri devono garantire che un minore non accompagnato trovi condizioni di accoglienza adeguate nel paese di rimpatrio e che non devono distinguere tra diversi gruppi di minori esclusivamente sulla base della loro età.

Fonte : Agerpress

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